Il numero delle denunce presentate dalle vittime di estorsione e, soprattutto, di usura in provincia di Messina è "esiguo"
Il numero delle denunce presentate dalle vittime di estorsione e, soprattutto, di usura in provincia di Messina è “esiguo”. Un dato che va collegato a “una mancanza di tensione sotto il profilo culturale”. A denunciarlo sono stati i procuratori di Messina, Barcellona Pozzo di Gotto e Patti durante la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è svolta stamani a Messina. Il vertice, finalizzato a un approfondimento dei fenomeni estorsivi e usurai nel territorio della Provincia, è stato convocato dal prefetto Cosima Di Stani in occasione della visita del commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, prefetto Maria Grazia Nicolò. Oggetto dell’incontro è stato, da una parte, quello di promuovere una generale riflessione sull’estorsione e sull’usura, “pratiche antisociali tra le più odiose in quanto, oltre a sfruttare lo stato di bisogno delle persone, sono in grado di creare uno strappo nel tessuto economico e sociale di un territorio” e, dall’altra, quella di fornire una dettagliata informazione sugli strumenti che lo Stato mette a disposizione con aiuti concreti erogati dal Fondo di solidarietà antiracket e antiusura alle vittime richiedenti che hanno denunciato.
Il prefetto di Messina, in apertura, ha ribadito “l’impegno e la costante attenzione” delle istituzioni e delle forze dell’ordine nell’attività di contrasto e a supporto delle vittime, rivolgendo . Ha rivolto apprezzamenti alle associazioni intervenute, ringraziandole per la loro opera di sensibilizzazione e per la loro azione di cittadinanza attiva in relazione a tali fenomeni criminali, formulando l’invito a proseguire la loro attività. I procuratori hanno auspicato una “maggiore collaborazione” anche da parte delle associazioni antiracket e antiusura, punto di riferimento per le vittime sul territorio. Secondo i numeri della banca dati del Servizio di indagine interforze, illustrati dal prefetto Di Stani, rispetto al triennio si registra una lieve flessione delle denunce nell’ultimo anno (seppure il dato si ferma al terzo trimestre dell’anno in corso). In particolare, per quanto attiene all’estorsione, a fronte di 128 denunce nel 2021 e 118 nel 2022, nell’anno in corso sono 84; per l’usura, rispetto alle 8 denunce del 2021 e alle 3 del 2022, nel 2023 non vi sono state denunce fino al mese di settembre.
I numeri sulle estorsioni e l’usura a Messina
Con riferimento, invece, al dato numerico delle istanze presentate al Comitato di solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura, il commissario Nicolò ha fornito i dati sia livello nazionale che territoriale. In particolare, per quanto riguarda la provincia di Messina, le istanze di accesso al fondo, per quanto riguarda il reato di estorsione, sono state 5 nel 2021, 7 nel 2022, 2 nell’anno ancora in corso, mentre, per quanto concerne il reato di usura, a fronte di 7 istanze presentate nel 2021, vi sono 3 istanze nel 2022 e ancora nessuna istanza per l’anno in corso. Le somme deliberate a favore di chi ha presentato istanza nella provincia di Messina sono state, complessivamente, per il reato di estorsione, 191.474,50 euro nel 2021, 1.651.057,68 euro nel 2022, 200.416,70 euro nel 2023. Per il reato di usura, sono stati deliberati 94.533 euro nell’anno 2021 e 7.264 euro nell’anno 2023.
Il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura ha evidenziato come “la sinergia fra lo Stato, in tutte le sue articolazioni, e le forze sociali rappresenti lo strumento principale per contrastare i fenomeni del racket e dell’usura. Infatti, da un lato, si procede alla repressione grazie al lavoro dell’autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine – ha detto -, dall’altro, si rafforza il momento della prevenzione a tutela delle vittime, attraverso il supporto dello Stato alle stesse”. Il commissario ha ribadito il valore della denuncia dei fatti estorsivi e di usura da parte delle vittime di intimidazioni quale “strumento di affrancamento dalla criminalità organizzata e volano per lo sviluppo di un’economia libera”. In tale contesto, “fondamentale è anche l’attività solidaristica delle associazioni antiracket e antiusura”, alle quali ha rivolto l’invito a promuovere ancora di più tra gli imprenditori il tema dell’importanza di denunciare tali fenomeni criminosi.
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