Messina, edilizia giudiziaria per dare una svolta al Distretto - QdS

Messina, edilizia giudiziaria per dare una svolta al Distretto

Lina Bruno

Messina, edilizia giudiziaria per dare una svolta al Distretto

martedì 25 Gennaio 2022

In occasione dell’inaugurazione del nuovo Anno giudiziario, il presidente della Corte d’Appello, Michele Galluccio, ha fatto il punto sulla situazione e sulle criticità affrontate ogni giorno

MESSINA – I vuoti d’organico, le pendenze in aumento, le sedi inadeguate mentre è più lontano il secondo Palagiustizia. La cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario nel Distretto messinese ha fatto emergere ancora una volta le criticità del sistema. Molti problemi sono comuni ad altre realtà ma altri sono peculiari di una città che da trent’anni discute su dove e come realizzare un plesso che alleggerisca Palazzo Piacentini e riunisca tutti gli uffici decentrati che costano di fitti ogni anno oltre un milione di euro.

Michele Galluccio, presidente della Corte d’Appello, nella sua relazione ha fatto riferimento alle risorse del Pnrr come opportunità anche per gli uffici giudiziari messinesi di dotarsi di un organico adeguato ma è necessario superare alcune contraddizioni e lavorare parallelamente anche sulla logistica a cominciare dal completamento di quegli atti in corso che prospettano una soluzione.

“Sono stati assegnati sette nuovi magistrati – ha detto – ma in precedenza ne erano stati tagliati cinque, quindi ve ne sono, di fatto, soltanto due in più. Il Pnrr prevede l’assegnazione, a tempo determinato, al distretto di 148 funzionari, di cui 32 in Corte, 101 al Tribunale di Messina, di supporto alla attività propria del magistrato, secondo il modello dell’assistente del Giudice e alle attività propedeutiche a quella propriamente giurisdizionale con obiettivi ambiziosi a livello nazionale: entro la fine del 2024, un abbattimento dell’arretrato civile del 55% in appello; entro la metà del 2026, un abbattimento dell’arretrato civile del 90%; una riduzione del 40% della durata dei procedimenti civili; una riduzione del 25% della durata dei procedimenti penali”.

Obiettivi che rischiano di rimanere irrealizzati. “A Palazzo Piacentini – ha detto il presidente Galluccio – sono rimasti senza collocazione 102 unità di personale per problemi logistici e l’arrivo di altro personale non può che acuire il problema e rendere nullo l’aumento d’organico”.

Secondo Palazzo di giustizia, quindi, più che mai necessario. “Ma intanto – ha sottolineato il presidente – l’unico spiraglio di luce è rappresentato dalla possibilità di ottenere in locazione, nell’immediato, almeno due piani dei locali in via Capra di proprietà dell’Inps. Si tratterebbe di un notevole passo avanti per la soluzione dell’annoso problema, il primo segmento del percorso volto ad acquisire, in tempi ragionevoli (circa due anni) la disponibilità dell’intero edificio”.

“I vantaggi di tale soluzione sarebbero evidenti – ha spiegato Galluccio – consentirebbe di corrispondere il canone a ente pubblico, con una partita di giro dal ministero della Giustizia al ministero del Lavoro; in secondo luogo, poiché l’utilizzo di strutture edilizie già esistenti, comporterebbe il recupero di patrimonio edilizio che altrimenti sarebbe destinato al degrado e non aggiungerebbe ulteriore carico urbanistico su un assetto gravato già al limite, senza che, nel caso specifico, siano necessari importanti interventi di adeguamento dei locali alle esigenze degli uffici giudiziari”.

Se poi alla disponibilità dei locali di proprietà dell’Inps, in via Capra, si aggiungesse anche l’acquisizione di altro immobile per cui è stato effettuato un sopralluogo da parte dello staff tecnico del Ministero, allora veramente, secondo Galluccio si potrebbe giungere alla soluzione della questione dell’edilizia giudiziaria a Messina.

Della vicenda è stata investita direttamente il ministro della Giustizia Marta Cartabia, in visita a Messina venerdì e che prima di prendere parte al convegno organizzato all’Università è stata ricevuta a Palazzo Piacentini, incontrando tra altri l’ufficio di presidenza dell’Ordine degli avvocati. Nella lettera consegnatale dal presidente Domenico Santoro si evidenziano le “condizioni assolutamente precarie delle sedi giudiziarie messinesi, che da decenni mortificano la dignità degli attori della giurisdizione, del personale del suo ministero e dell’utenza”. Viene quindi sollecitato l’intervento della rappresentante del Governo “per mettere fine alle pastoie burocratiche che stanno impedendo la definizione del contratto e in atto mantengono a carico dello Stato un costo milionario per locazioni assolutamente inadeguate”.

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