Messina, Recovery fund, scontro Comune e sindacati - QdS

Messina, Recovery fund, scontro Comune e sindacati

Lina Bruno

Messina, Recovery fund, scontro Comune e sindacati

martedì 29 Settembre 2020

Il Comune ha presentato nove progetti per 632 milioni di euro per accedere alle risorse Ue. Le parti sociali hanno chiesto all’Amministrazione comunale un maggiore confronto

MESSINA – Adesso il confronto. Lo vogliono Cgil, Uil, Articolo Uno e Pd, mentre il vice sindaco Carlotta Previti, criticando le “solite strumentalizzazioni”, ha assicurato che i nove progetti per accedere a 632 milioni di euro del Recovery Fund saranno presto oggetto di confronto e condivisione.

Comune di Messina e Città Metropolitana hanno presentato le richieste per gli investimenti la scorsa settimana e Giovanni Mastroeni e Ivan Tripodi, segretari di Cgil e Uil, avrebbero voluto un coinvolgimento prima dell’invio delle schede. Gli elaborati hanno dovuto rispettare i requisiti minimi richiesti per poter essere accolti, ha precisato il vice sindaco e cioè impatto concreto sull’occupazione e immediata attuabilità.

Si punta ad avere l’anticipo del 10% entro la fine del prossimo semestre, contando su progetti di immediato impatto soprattutto sul mercato del lavoro. “La Cgil – ha detto Mastroeni – ritiene sbagliata la strada intrapresa dal sindaco Cateno De Luca, che non ha scelto la linea della convocazione degli Stati generali, ma accanto alla progettazione presentata si può ancora aprire un confronto da cui fare emergere delle linee guida su innovazione, sostenibilità e inclusione per tentare di creare un nuovo sviluppo della provincia di Messina e bloccare la fuga dei giovani da un territorio che ha perso l’11,2% di occupazione”.

Più dura la posizione della Uil. “Presentare un elenco di progetti – ha sottolineato Tripodi – senza avere coinvolto le organizzazioni sindacali, le imprese, il mondo accademico, gli ordini professionali, le realtà associative e all’insaputa del Consiglio comunale rappresenta la piena conferma dell’assoluta mancanza di visione strategica di un sindaco colpevolmente auto-referenziale. La Città Metropolitana necessita della salvaguardia del tessuto industriale, di ingenti investimenti nelle infrastrutture, nell’agricoltura, nel turismo e nei servizi; necessaria la rifondazione della sanità pubblica e scommettere sulla cultura e la formazione”.

Per il segretario provinciale di Articolo Uno Domenico Siracusano non è sufficiente consegnare al Governo una sorta di “lista della spesa”, un elenco di proposte che ripercorrano gli ambiti delle linee guida senza avviare un confronto partecipato con le rappresentanze istituzionale, le forze sociali e produttive della città. Più conciliante Nino Bartolotta, segretario del Pd, che ha apprezzato il tempismo del sindaco “ma attenzione a non ripercorrere esperienze solitarie che nel passato hanno prodotto solo un mero contenitore di progetti non funzionali alle reali esigenze del territorio e ancor meno alla prospettiva di sviluppo strategico. La Città di Messina deve essere hub naturale di un sistema infrastrutturale che tenga conto anche delle istanze dei Comuni dell’Area Metropolitana e dei problemi connessi alla continuità territoriale nell’area dello Stretto”. Bartolotta ha invitato De Luca a una concertazione non soltanto con il Consiglio comunale di Messina ma anche con sindaci, Ordini professionali, sindacati e Università.

Le voci più importanti che troviamo nell’elenco dei progetti presentati riguardano la riqualificazione urbana con priorità negli ambiti di risanamento oltre 196 milioni di euro e la mobilità sostenibile per circa 108 milioni di euro. Nella priorità coesione economica e sociale, oltre il Risanamento, c’è anche la creazione di una Rete di autoimpiego per l’incubazione di start up (€ 39 milioni). Per la Transizione green oltre la mobilità sostenibile c’è un progetto di forestazione urbana per (25 milioni), la realizzazione della Nuova rete idrica (€ 52.915.477) interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico (€ 44.154.000) e la raccolta e convogliamento delle acque reflue. Per la priorità Transizione digitale è previsto Digital I Hub un centro di ricerca e sviluppo nel settore della trasformazione digitale nelle Pa (€ 66 milioni) e T-iStar (T-i) per la realizzazione di nuovi servizi per i City User (€ 64.350.000).

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