Messina, frana sulla San Michele-Portella Castanea - QdS

Messina, frana sulla San Michele-Portella Castanea

Lina Bruno

Messina, frana sulla San Michele-Portella Castanea

martedì 08 Settembre 2020

Gli interventi per la riapertura della strada comunale vanno a rilento creando malcontento. I lavori sono stati affidati nel febbraio del 2019, ma la conclusione è stata più volte posticipata

MESSINA – Da oltre un anno e mezzo convivono con i disagi provocati da una frana che ha reso impraticabile la strada comunale San Michele-Portella Castanea. Sono gli abitanti dei villaggi collinari della zona Nord, che in questi lunghi mesi hanno ancora di più sentito il senso di isolamento e distanza dalla città.

La frana di contrada Reginella, che ha interrotto il principale collegamento, si è verificata nel dicembre del 2018 e i lavori di messa in sicurezza sono stati aggiudicati nel febbraio 2019, ma la data della loro conclusione in questi mesi è stata continuamente posticipata. Adesso si parla del mese prossimo e lo si evince dal comunicato di Palazzo Zanca che proroga al 2 ottobre la chiusura dell’arteria. Già un mese fa in una nota il Comune informava che il divieto di transito che doveva scadere il 13 agosto sarebbe stato allungato al 5 settembre.

Che nel cantiere si lavorasse con lentezza e in maniera discontinua era stato rilevato già alcuni mesi fa da associazioni e comitati spontanei di cittadini, ricevuti in delegazione dagli assessori Salvatore Mondello (Lavori pubblici) e Massimiliano Minutoli (Protezione civile). “Ci avevano assicurato – hanno affermato – che a metà agosto i lavori sarebbero stati terminati ma, cosa ancora più importante, ci avevano promesso che dopo il primo mese, in cui sarebbero stati effettuati i lavori di palificazione e il muro di contenimento, sarebbe stata valutata la possibilità di aprire almeno una corsia della strada. A luglio però l’intervento della ditta si era solo limitato a spostare la terra da una parte all’altra”.

Numerose prese di posizione si sono registrate anche da parte dei rappresentanti delle Circoscrizioni coinvolte e dai consiglieri del Gruppo Ora Messina. Questi ultimi hanno chiesto i motivi del ritardo e quali nuove tempistiche dovranno essere sopportate dai tanti residenti della zona. “L’area in questione – hanno spiegato i consiglieri comunali Giandomenico La Fauci e Francesco Pagano – limita la viabilità di centinaia di cittadini della zona costretti, quindi, a lunghe deviazioni sia per lasciare la propria abitazione che per tornarci. I lavori di ripristino erano necessari, come impellente doveva essere la risoluzione. Il blocco del cantiere, invece, ha allungato i tempi senza una chiara risposta sulla ripresa e conclusione”.

I residenti saranno ancora costretti a utilizzare arterie alternative, che però sono in condizioni precarie e allungano il tragitto. Così come gli autobus, che non soltanto sono al momento in numero ridotto, ma che impiegano molto più tempo per raggiungere i vari villaggi. Il divieto di transito, inoltre, colpisce anche le attività commerciali, aumenta il tempo di soccorso delle autoambulanze e quello per l’intervento dei pompieri in caso di incendi.

I consiglieri della V Municipalità hanno parlato di cittadini pronti alla protesta e di cantiere ancora adesso inattivo. Mondello e Minutoli hanno rilevato la “persistente inattività” dell’impresa (la Loveral Srl di Patti, che si è aggiudicata i lavori per circa 236mila euro dopo un ribasso del 20%) a cui potrebbero essere applicate delle penali nella fase della rendicontazione. “Pur comprendendo – hanno detto – le legittime rivendicazioni dei cittadini residenti e dei comitati spontanei, non riteniamo di avere lasciato nulla di intentato, avendo svolto appieno il ruolo di indirizzo politico che compete all’Amministrazione, supportando gli uffici e dirimendo le questioni. A riprova di ciò, la corposa documentazione prodotta, compresa la valutazione della possibilità di rescissione del contratto con la Ditta appaltatrice”.

Alcuni passaggi burocratici pare abbiano contribuito al blocco, come alcune indagini sul terreno e la valutazione di impatto ambientale che la Regione Sicilia ha inviato dopo mesi. Non ultima, la presenza di un cavo di fibra ottica non segnalato dalle planimetrie, che ha fatto perdere altre preziose settimane.

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