Messina, un grande patrimonio librario in attesa di una valorizzazione - QdS

Messina, un grande patrimonio librario in attesa di una valorizzazione

Lina Bruno

Messina, un grande patrimonio librario in attesa di una valorizzazione

sabato 31 Dicembre 2022

È quello della Biblioteca regionale universitaria Giacomo Longo, attualmente distribuito su tre differenti sedi che non consentono un’adeguata promozione dei preziosissimi volumi lì custoditi

MESSINA – Un patrimonio di circa seicentomila testi che meriterebbe una collocazione più idonea. Da anni invece, da quando è stata chiusa la sede di via dei Verdi, la Biblioteca regionale universitaria di Messina Giacomo Longo è collocata su tre sedi: quella centrale nel Palazzo Arcivescovile, il plesso di via Consolare Pompea, nella zona nord della città, che ospita l’emeroteca e infine i magazzini di via La Farina, che contengono tutto quello che non è stato possibile sistemare in via Primo Settembre.

Un patrimonio che continua a crescere attraverso il deposito legale, gli acquisti, le donazioni di collezioni e lasciti testamentari. “Dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città – spiega al QdS la direttrice, dottoressa Tommasa Siragusadovremmo disporre di ampi spazi, almeno diecimila metri quadrati, in un unico edificio, per tutte quelle funzioni che una biblioteca deve ormai assolvere come catalizzatore sotto il profilo culturale e sociale, una nuova piazza urbana attorno alla quale il nucleo cittadino dovrebbe interagire con senso di appartenenza”.

La Regione paga circa 250 mila euro l’anno per i tre locali, che oltre a essere dislocati in parti diverse della città – e questo crea non pochi disagi – non rispondono più alle esigenze iniziali, quando si pensava che quella adottata fosse una sistemazione provvisoria, in attesa di tornare negli originali locali ristrutturati. “Le biblioteche – afferma Siragusa – devono stare al centro della città, succede così da altre parti: a Palermo e Catania è situata in plessi storici, la biblioteca Marciana di Venezia, con un patrimonio simile al nostro, è allocata in un edificio meraviglioso a piazza San Marco, di fronte al palazzo Ducale”.

A Messina è difficile che possa realizzarsi qualcosa del genere, poiché questo non è mai stato tra gli obiettivi regionali, visto che i locali di via dei Verdi sono stati ceduti qualche anno fa a UniMe e non se ne sono cercati altri in attesa che prendesse corpo la riqualificazione e restauro dell’ex ospedale Margherita, lontano dal centro storico, dove dovrebbe sorgere la Cittadella della cultura. Sono tre padiglioni, con superficie complessiva di quasi diecimila metri quadrati, ma che insieme alla Biblioteca regionale, a cui sono destinati a spazio espositivo circa 2.800 metri quadrati, dovrebbe contenere anche un Museo archeologico, un Museo del Terremoto e la nuova sede della Soprintendenza ai Beni culturali.

Eppure l’importanza del patrimonio librario dovrebbe essere di per sé un buon motivo per trovare una soluzione adeguata e in tempi brevi. “Custodiamo – spiega la direttrice – i manoscritti greci del Santissimo Salvatore, che rendiamo fruibili quando è possibile e sono 175 manoscritti di una raccolta preziosissima, alcuni bizantini altri medievali. Se li avessero altri sarebbe un tesoro da fare scoprire, mentre qui sono sacrificati. Cinquecentine, incunaboli, seicentine, raccolte di ogni genere; c’è il Fondo Salvatore Pugliatti che dobbiamo presentare, catalogato dal 2018, circa ottomila volumi, c’è il prezioso Fondo Corsi che si occupa di cinema e di teatro e un’emeroteca molto fornita”.

La sede principale nel Palazzo Arcivescovile è centrale e malgrado gli spazi molto limitati, negli ultimi quattro anni, con la direzione di Tommasa Siragusa, è stata protagonista di tanti eventi e manifestazioni culturali che hanno registrato interesse e partecipazione. Tra gli ultimi progetti d’impatto di quest’anno l’esposizione e il convegno sull’Archimandritato del Santissimo Salvatore con i rarissimi volumi manoscritti, alcuni risalenti all’anno mille; “l’Isola sospesa viaggiare la Sicilia”, l’esposizione bibliografico documentale su Battolo Cattafi nel centenario della nascita, i quattro appuntamenti con il Teatro di Mana Chuma e Astragali, realizzato in collaborazione con Epic e con UniMe Dipartimento Cospecs; e poi tante presentazioni di libri e un rapporto costante con gli Istituti scolastici per avvicinare sempre di più i giovani alla conoscenza del patrimonio della Biblioteca.

“Facciamo molte iniziative con fatica – conclude Siragusa – con il personale disponibile, anche oltre l’orario di lavoro e senza prendere straordinario”. Il motore di questo impegno è la consapevolezza di fare parte di un’istituzione prestigiosa che, malgrado tutto, non si stanca di rivendicare il suo ruolo.

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