Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine per placare gli animi
Ancora un’aggressione all’ospedale Piemonte di Messina. È successo nella serata di ieri, quando un paziente – recatosi in ospedale in seguito a un malessere – ha iniziato a inveire contro gli operatori sanitari e in particolare contro un’infermiera.
A scatenare l’ira dell’uomo e dei suoi familiari, la comunicazione dell’infermiera che aveva semplicemente avvisato il paziente che la visita del medico di turno sarebbe avvenuta dopo alcuni minuti di attesa in quanto tutte le sale, compresa quella del codice rosso, erano impegnate con pazienti in corso di accertamenti.
Da lì l’aggressione verbale, non sfociata in aggressione fisica soltanto grazie all’intervento delle forze dell’ordine. Si tratta del terzo caso simile all’ospedale Piemonte nel giro di un mese.
Messina, i sindacati: “I dati sono allarmanti”
“Un dato che è sicuramente allarmante e che richiede soluzioni e rapidi interventi” scrivono in una nota il segretario provinciale di Ugl Salute Messina Fabrizio Denaro e il segretario provinciale Utl-Ugl Tonino Sciotto. La Ugl Salute aveva nelle scorse settimane “rilanciato in più occasioni alcune proposte come l’operatività 24 ore su 24 di posti di pubblica sicurezza in tutte le strutture ospedaliere, l’installazione di pulsanti anti aggressione collegati con le forze dell’ordine, l’uso di bodycam e una maggiore sensibilizzazione dei cittadini sul ruolo dei professionisti sanitari”.
Inoltre, era stato chiesto di “includere corsi base di autodifesa nella formazione degli operatori e avevamo inviato una nota alle Direzioni delle 3 Aziende Ospedaliere e dell’Irccs per chiedere l’attuazione del DA n. 1603 in tema di prevenzione di atti di violenza e aggressioni verbali o fisiche verso operatori sanitari. Ad oggi, purtroppo, solo una Direzione Generale ha riscontrato la nota esplicitando le iniziative messe in essere per applicare il DA”.
Messina, secondo i dati nazionali le donne sono le più aggredite
Vittima dell’aggressione è ancora una volta una donna, a conferma dei dati nazionali dell’Inail che indicano che i due terzi di queste aggressioni sono rivolte proprio a loro. Sulla base di questo dato, continuano i sindacati, “riteniamo che anche i Cug aziendali dovrebbero intervenire ed essere coinvolti”. Secondo Ugl Salute, “in tutte queste situazioni deve essere applicato quanto previsto dal decreto legislativo 31/2024 che prevede che scatti la procedura d’ufficio per i gesti di violenza compiuti contro i professionisti sanitari, sia che si tratti di lesioni lievi sia gravi o gravissime, indipendentemente quindi dalla volontà della vittima di sporgere querela”.
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