Lavoro e sicurezza: a Messina stato di “debolezza istituzionale” - QdS

Lavoro e sicurezza: a Messina stato di “debolezza istituzionale”

Lina Bruno

Lavoro e sicurezza: a Messina stato di “debolezza istituzionale”

venerdì 17 Dicembre 2021

Ieri un confronto sul tema organizzato dalla Cisl, che ha messo in evidenza come sia necessario fare ancora molto su questo tema. Servono più ispettori su tutto il territorio

MESSINA – La sicurezza sul lavoro non è un costo ma un investimento. Le norme ci sono, forse anche troppe, ma manca quel salto culturale che faccia sentire prioritario osservarle.

Le istituzioni del territorio si sono confrontate sul tema in occasione dell’evento organizzato dallo Sportello sicurezza della Cisl, attivo da alcuni mesi, per coordinare le diverse competenze ed esigenze. Nel corso del seminario tecnico è stato approfondito il nuovo decreto legislativo che entro la fine dell’anno dovrebbe essere convertito in legge. “Lavoriamo sulla prevenzione – ha detto Nino Alibrandi segretario generale Cisl – non sulla repressione, ma facciamolo in sinergia, senza cercare più alibi”.

Una maggiore sensibilizzazione l’ha auspicata il prefetto Cosima Di Stani. “Dobbiamo pretendere – ha detto – la formazione da parte dei datori di lavoro, ma anche noi dobbiamo avere la capacità di comprendere che dobbiamo tutelarci. Il nostro Paese, in tema di sicurezza sul lavoro, ha una legislazione robusta, rinforzata adesso dal Decreto Legge 146, eppure le persone si infortunano o muoiono. Quindi forse bisogna lavorare anche su altri aspetti: il fattore culturale è fondamentale”.

Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha evidenziato l’attenzione che c’è sul tema da parte delle sue partecipate, presentando anche la nuova body cam di cui saranno dotati i lavoratori dell’Atm in servizio sui bus, troppo spesso vittime di episodi di violenza.

“Sulla sicurezza – ha affermato Antonio Sidoti responsabile dello Sportello sicurezzaabbiamo oggi la fotografia che ci dà l’Inail. Sono numeri preoccupanti, anche se più bassi rispetto all’incremento del 6% a livello nazionale dove si sono registrati nei primi dieci mesi del 2021 oltre mille incidenti mortali. Analizzeremo i dati che avremo nelle prossime settimane, dove accanto ai morti sul lavoro si registrano anche tante denunce di malattie professionali. È fondamentale prevenire e coinvolgere i lavoratori, le aziende, i tecnici che poi dovranno mediare tra le problematiche aziendali e la sicurezza”.

“In questi anni – ha aggiunto – i numeri sono aumentati perché non è stata fatta un’opportuna valutazione della formazione in termini di crescita. Oggi purtroppo abbiamo operai che vanno a lavorare senza consapevolezza e contezza, perché abbiamo creato un sistema che è burocratico. Dovremmo tornare a fare sicurezza reale nelle aziende. È negativo anche il fatto che gli istituti, gli enti, non dialoghino tra di loro. L’istituzione del Sinp (Sistema informativo nazionale per la prevenzione) è fondamentale: ne parla il nuovo decreto ma in realtà già c’era e ci auguriamo che adesso funzioni. Lo Sportello vuole anche favorire queste modalità di incontro. Vogliamo lavorare anche per il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, che spesso non viene neppure nominato”.

Allo Sportello si sono rivolti finora in particolare i lavoratori del settore dei rifiuti, quindi anche di Messinaservizi, che dopo l’avvio del porta a porta in città sono preoccupati per i nuovi rischi che possono correre. Il nuovo decreto pone delle regole più stringenti: le sanzioni per chi ha lavoratori irregolari o non segue le prescrizioni sulle norme di sicurezza prevedono multe pesantissime oltre alla sospensione dell’attività, ma serve anche un sistema di controlli che funzioni.

Venerando Lo Conti, responsabile dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Messina, ha spiegato al QdS la situazione del suo Ufficio: “Lo denuncio in tutte le sedi, il Dipartimento del lavoro anni fa ha fatto uno studio sul rapporto ideale tra ispettori e popolazione. A Messina ci dovrebbero essere 33 ispettori e 18 funzionari per tutta l’attività amministrativa interna. Ne ho complessivamente 12, dei quali due si occupano del contenzioso, più dieci ispettori. Non ho funzionari. Non sono messe meglio le altre province: a Palermo ci sono due ispettori, a Ragusa uno come a Trapani, fa forse eccezione Caltanissetta con 12. C’è il nucleo dei Carabinieri che sopperisce ma non basta”.

“È una situazione di debolezza istituzionale – ha concluso – che lascia spazio alle irregolarità su un territorio vastissimo come quello messinese, difficile da raggiungere in tempi brevi. Mentre l’Ispettorato nazionale del lavoro sta incrementando il suo organico con oltre tremila unità in tutte le regioni fino alla Calabria, in Sicilia scontiamo la conseguenza di alcune scelte del passato”.

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