Messina, le attività economiche a rischio chiusura - QdS

Messina, le attività economiche a rischio chiusura

redazione

Messina, le attività economiche a rischio chiusura

venerdì 08 Maggio 2020

Anche chi è riuscito a riaprire la propria impresa non sa fino a che punto potrà resistere. Tra le ipotesi attualmente al vaglio un taglio dei tributi locali, in particolare Tari e Cosap

MESSINA – La necessità di riaprire le attività economiche da una parte, le esigenze di tutela della salute dall’altra. In questa ormai celebre Fase 2 si lavora per trovare questo difficile equilibrio, ma tra gli operatori commerciali messinesi prevale lo sconforto.

La Città dello Stretto vive sostanzialmente di terziario, con il commercio, all’ingrosso e dettaglio, che occupa una grossa fetta dell’economia locale e che ha registrato già, nei primi tre mesi del 2020, un saldo negativo tra aziende aperte e chiuse di 165 unità.

Quelle categorie che sono riuscite ad alzare le saracinesche non sanno quanto potranno reggere, dopo oltre due mesi di fermo e con spese comunque da affrontare, legate in particolare alle prescrizioni imposte dai vari Dpcm emanati per il contenimento del Coronavirus. Ci sono poi quegli imprenditori ai quali non è consentito ancora riavviare l’attività e che hanno inscenato una serie di proteste perché si sentono doppiamente penalizzati: costretti a non lavorare e senza un valido sostegno economico da parte di Stato e Regione.

Tra questi ci sono in particolare parrucchieri ed estetiste, che temono una crisi irreversibile del settore con un incremento del lavoro irregolare a domicilio. “Gli imprenditori – ha spiegato il presidente di Confesercenti Alberto Palella – non hanno nessuna certezza sulle misure di sostegno a fondo perduto annunciate e al tempo stesso i provvedimenti adottati non stanno funzionando. In molti casi le aziende stanno ancora aspettando di poterne usufruire, a partire dal bonus al credito agevolato. Non sono stati inoltre bloccati gli affitti, né le utenze, che i titolari d’impresa devono continuare a pagare senza incassare. Se non si pratica immediatamente un’inversione di rotta, mettendo in atto un supporto concreto, non si può pensare di rilanciare un’economia che qui è già in sofferenza da anni. Al contrario, si favoriscono i colossi dell’online che trasferiscono risorse all’estero”.

L’ulteriore rinvio di quasi un mese per le la maggior parte delle attività commerciali si pensa possa aggravare la situazione. “Le cosiddette attività di prossimità – ha sottolineato Palella – sono nelle condizioni di poter riaprire in tutta sicurezza, attuando tutte le misure di prevenzione a tutela della salute della clientela e rispettando i protocolli che Confesercenti a livello nazionale e regionale ha condiviso nelle sedi opportune. La possibilità dell’asporto per bar, ristoranti e pizzerie è senza dubbio positiva, ma anche queste attività sono pronte a riaprire al più presto nel rispetto delle misure anti contagio”.

Non tutti però hanno gli spazi sufficienti per garantire il distanziamento, anche utilizzando gli spazi all’aperto e aprire con pochi tavoli per molti è antieconomico. Si chiedono quindi misure di sostegno anche a livello locale. Arriva da 18 consiglieri comunali, buona parte di centrodestra, la richiesta all’Amministrazione di ridurre la Tari per l’anno in corso per quelle attività obbligate alla chiusura temporanea. Viene proposto che dall’importo complessivo previsto siano decurtati per intero le somme relative al periodo di totale chiusura. Chiesta anche una riduzione della tariffa per le aziende che riaprendo dovranno attuare misure di distanziamento sociale, limitando e contraendo gli accessi.

Il gruppo di Sicilia Futura nei giorni scorsi aveva chiesto all’Amministrazione comunale, che si era impegnata sull’esenzione del canone Cosap, la rottamazione delle posizioni debitorie pregresse con rateizzazione in nove anni, con stralcio di sanzioni e interessi, e decorrenza della prima rata da gennaio 2021. Proposta anche la proroga della validità delle concessioni in scadenza da gennaio a maggio e la definizione del tavolo tecnico, attualmente in corso, con la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali per la semplificazione dell’iter relativo all’occupazione suolo pubblico in centro storico. Una sospensione dei tributi locali viene sollecitata da MessinAccomuna che per la ristorazione e il commercio al dettaglio propongono incentivi alle attività di consegna a domicilio.

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