Messina, nuovo scontro fra De Luca e i sindacati su lavoro agile - QdS

Messina, nuovo scontro fra De Luca e i sindacati su lavoro agile

Messina, nuovo scontro fra De Luca e i sindacati su lavoro agile

giovedì 15 Ottobre 2020

Social network ancora una volta teatro del botta e risposta, poi ridimensionato dal Covid. Sullo sfondo c’è la storica battaglia del sindaco contro i dirigenti di Palazzo Zanca

MESSINA – L’ultimo Dpcm emesso nell’ambito dell’emergenza Covid orienta ancora di più la Pubblica amministrazione verso il lavoro agile. Proprio su questo tema, però, è scoppiata una feroce polemica tra sindaco e rappresentanti sindacali.

Uno scontro andato in scena come sempre sui social e ripreso anche da qualche testata nazionale, ma improvvisamente ridimensionato dal Coronavirus che ha fatto il suo ingresso proprio in un ufficio del Comune. La positività di un dipendente, infatti, ha posto come prioritaria la firma di quel protocollo di sicurezza anti-contagio su cui si stava lavorando da settimane e che gli ultimi eventi hanno reso non più rinviabile.

Gli accessi al Comune di dipendenti e pubblico saranno regolati da rigidi controlli. Previsti i termoscanner agli ingressi, saranno i vigili urbani a misurare la temperatura ma, dove non sarà possibile, dovrebbero essere gli stessi impiegati comunali a farlo. Poi le sanificazioni regolari degli uffici e degli strumenti utilizzati da personale e utenti.

“Le nostre rappresentanze aziendali – commenta Ivan Tripodi, segretario provinciale Uil – avevano fatto tutto da tempo, ma da parte dell’Ente c’era un certo rilassamento su questo. Si sono svegliati lunedì scorso dopo la trasmissione su La7 (dove il sindaco Cateno De Luca è stato ospite a “Non è l’Arena”, ndr). Nell’accordo non vi è nulla contro lo smart working, come si poteva immaginare potesse essere inserito dal sindaco dopo le sue prese di posizione contro questo tipo di lavoro che indurrebbe i dipendenti a non fare nulla. Anzi, è prevista una presenza minima negli uffici”.

Il ricorso al lavoro agile è stato deciso finora unilateralmente dal datore di lavoro, mentre da febbraio saranno necessari accordi individuali con una regolamentazione ben precisa. “Se non si danno delle direttive con degli obiettivi precisi e verificabili – spiega Tripodi – lo smart working può essere improduttivo, non per colpa del dipendente ma della cattiva gestione delle risorse umane. Da luglio sono in lavoro agile circa duecento dei 1.100 dipendenti di Palazzo Zanca e nei mesi precedenti sono stati comunque sempre meno del 50%”.

E qui si inserisce la storica battaglia del primo cittadino contro i dirigenti, iniziata subito dopo l’insediamento nel tentativo di riordinare la macchina burocratica. Nei mesi estivi, ha denunciato il sindaco, tra smart working e ferie gli uffici erano vuoti con danno e rallentamento di tutte quelle procedure che sono in scadenza e da cui dipende la funzionalità dell’Ente.

Non sopporto – ha scritto il sindaco le scorse settimane – i dipendenti fancazzisti che si rubano lo stipendio anche con la copertura di certe organizzazioni sindacali, mentre adoro i dipendenti che si fanno il loro lavoro e anche quello degli imboscati per poter garantire i servizi alla comunità”.

“Se il sindaco di Messina – afferma il segretario provinciale della Cgil, Giovanni Mastroeni – ha nomi e cognomi di persone in lavoro agile che hanno truffato il Comune li denunci. La Cgil non difende coloro che non rispettano le leggi. Non si possono fare discorsi generalizzati. Lo smart working è la nuova frontiera del lavoro. In tutti i Paesi avanzati sta diventando uno strumento centrale. Si tratta di contrattualizzarlo con strumenti gestionali e organizzativi, ma questo è il futuro”.

È rimasto fuori dallo scambio di attacchi Nino Alibrandi, segretario della Cisl, sindacato più “morbido” nei confronti dell’Amministrazione. Neppure Alibrandi però ha condiviso i toni di Cateno De Luca. “Il sindaco – afferma – deve abbassare la modalità di linguaggio nei confronti dei dipendenti comunali che non sono le persone che lui descrive sui social. Chiediamo al sindaco di aprire i tavoli di confronto che la Cisl da mesi ha chiesto, anche sui salari accessori e smart working. Il lavoro agile deve essere governato dall’Ente, non sono i lavoratori che devono autogestirsi. Affrontiamo il tema in un tavolo di trattative non stiamo a polemizzare sui social perché non serve a niente”.

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