Messina, sicurezza scuole sul fronte strutturale e sanitario - QdS

Messina, sicurezza scuole sul fronte strutturale e sanitario

Lina Bruno

Messina, sicurezza scuole sul fronte strutturale e sanitario

giovedì 25 Giugno 2020

Ancora molte le criticità all’interno degli istituti, che ora devono fare i conti anche con il Covid. L’obiettivo è farsi trovare preparati per settembre, quando si dovrà finalmente ripartire

MESSINA – “Lo sbaraccamento è una battaglia che ci siamo intestati e lo è altrettanto quella per la sicurezza delle scuole”. Lo ha voluto sottolineare Salvatore Mondello, vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici e all’Edilizia, che ha rimarcato anche la capacità che ha avuto nell’ultimo anno l’Amministrazione nel mettere a sistema tutte le risorse, ritrovandosi con un’importante disponibilità extrabilancio.

Le ordinanze del sindaco Cateno De Luca dell’estate 2018 di chiusura totale dei plessi, perché non sicuri, con possibile blocco dell’avvio dell’anno scolastico, hanno contribuito ad accendere i riflettori sulle criticità di quasi tutte le scuole messinesi e sulla necessità di programmare monitoraggi tecnici approfonditi ed eventuali interventi di consolidamento, seguiti dagli screening e dalla stesura di schede Aedes. Da segnalare anche il vertice straordinario in Prefettura in cui è emersa l’esigenza che accanto alla tutela della sicurezza, fosse contemporaneamente garantito il diritto allo studio, anche attraverso l’individuazione di soluzioni alternative.

“Quando ci siamo insediati – ha spiegato Mondello- su 106 scuole comunali solo cinque plessi avevano il certificato di vulnerabilità sismica. Oggi ci sono quasi la totalità dei fabbricati con Cvs, rilasciato dopo un investimento effettuato di circa sei milioni di euro per la valutazione di vulnerabilità sismica. Per un terzo degli edifici abbiamo anche predisposto il progetto di prevenzione incendi per dotarli di Cpi”.

Lo screening nelle scuole cittadine e della provincia per la verifica della Certificazione prevenzione incendi è partito alla fine del 2019 con un investimento minimo di cinquantamila euro per ogni scuola. Il monitoraggio di tutti i plessi e la loro regolarizzazione devono essere completati entro il 2021, secondo l’ultima proroga concessa. Nel Programma triennale delle opere pubbliche gli edifici scolastici impegnano una parte importante degli investimenti previsti, ma si sta attingendo anche ai finanziamenti messi a disposizione per la sicurezza dai Governi nazionale e regionale.

Oltre alle verifiche sulla certificazione sono proseguiti gli interventi strutturali urgenti, i lavori di piccola manutenzione e pulizia esterna, utilizzando anche i cantieri di servizio, almeno fino a quando è stato possibile. L’emergenza Covid ha bloccato tutto e cristallizzato la situazione. Adesso bisogna ripartire da dove ci si era fermati e utilizzare questi mesi per avere a settembre le scuole pronte ad affrontare un anno scolastico in sicurezza. Alle prescrizioni di carattere strutturale, però, si sono aggiunte quelle sanitarie, con protocolli su cui non c’è ancora chiarezza.

In questi anni è nata anche una sinergia tra Amministrazione e Ordini professionali, una collaborazione che però non ha annullato le difficoltà di reperire le risorse sufficienti per la progettazione e per i costosi studi sulla vulnerabilità. I professionisti non possono occuparsi di verifiche se non con un incarico ufficiale, ma hanno dato comunque qualche indirizzo per l’interpretazione delle normative tecniche che individuano gli indici minimi di vulnerabilità sismica da raggiungere in caso di miglioramento degli immobili storici e di adeguamento degli edifici scolastici esistenti.

Gli studi di verifica sul patrimonio, secondo architetti e ingegneri, richiedono ingenti risorse, specie con le norme approvate dopo il terremoto dell’Aquila che hanno modificato molti parametri. Lo studio per caratterizzare la vulnerabilità sismica di un edificio è complesso: bisogna capire i materiali che lo compongono e fare poi un’analisi di calcolo, una cosa molto dispendiosa. Se non ci sono molte risorse disponibili, spesso ci si limita a controllare il calcestruzzo e il ferro, ma secondo gli strutturisti questo serve a poco, poiché non è sufficiente capire la natura del materiale che compone un edificio, ma bisogna vedere come esso è agglomerato.

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