Riorganizzazione Polizia metropolitana, la proposta di De Luca agita i sindacati - QdS

Riorganizzazione Polizia metropolitana, la proposta di De Luca agita i sindacati

Riorganizzazione Polizia metropolitana, la proposta di De Luca agita i sindacati

venerdì 25 Ottobre 2019

Secondo le parti sociali si tratta di un ridimensionamento che penalizzerebbe tutto il Corpo. La nuova struttura organizzativa escluderebbe i quaranta dipendenti di categoria B

MESSINA – Una proposta di modifica del regolamento che rischia di depotenziare le funzioni del Corpo di Polizia metropolitana. Gli atti di indirizzo del sindaco Cateno De Luca e il nuovo documento che ne è scaturito, sembrano portare a una struttura organizzativa che escluderebbe i quaranta dipendenti di categoria B, tra esecutori e collaboratori di Polizia metropolitana, inseriti nel Corpo di polizia nel 2017 dopo una procedura di mobilità orizzontale.

È probabile che questa esclusione sia funzionale alla nuova macrostruttura della Città metropolitana che si vuole attuare, ma si parla anche di illegittimità della procedura. Nella relazione sul suo primo anno di Amministrazione, De Luca ha riservato alcune pagine al suo ruolo di sindaco metropolitano, dedicando un capitolo anche a tutte le attività svolte dalla Polizia metropolitana.

Un resoconto lusinghiero per i 76 uomini, di cui i quaranta della mobilità, impegnati per una parte in controlli ambientali e in servizi in materia di viabilità e abbandono di rifiuti. Alcune di queste attività sono state svolte in sinergia con i vigili urbani, in seguito all’accordo di collaborazione firmato tra Comune, Città metropolitana e MessinaServizi. De Luca ha ricordato anche di avere sospeso, dopo il suo insediamento, il bando che affidava a una società esterna il servizio faunistico venatorio “demandando al personale interno il controllo sul corretto espletamento dell’attività di caccia e di pesca, con un risparmio per l’Ente di oltre 230 mila euro l’anno”.

Un servizio che le Amministrazioni precedenti avevano dato sempre a soggetti esterni “nonostante la Polizia provinciale, avesse un nucleo di venatoria ben nutrito e professionalmente valido che garantiva la copertura del servizio su tutto il territorio”. E proprio la Polizia metropolitana nell’ultimo anno ha effettuato 324 controlli in ambito venatorio.

E allora perché si deve modificare una struttura organizzativa che sembra abbia funzionato? “Non condividiamo – ha commentato Santino Paladino, segretario del sindacato autonomo Csa – la proposta in questione. Se è per motivi di illegittimità del provvedimento assunto nel 2017 non comprendiamo come gli uffici che lo hanno predisposto non se ne siamo accorti due anni fa. Riteniamo che sia un passaggio pienamente legittimo, fatto dopo un corso di qualificazione, una selezione e un esame. Da altre parti è stato fatto e nella stessa Città metropolitana abbiamo nella riserva a Salina personale di categoria B inquadrato nell’area di vigilanza. Le funzioni rischiano di essere svuotate. Dei quaranta, alcuni sono distaccati nella zona Jonica altri sui Nebrodi, abbiamo una sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura di Barcellona costituita da quattro persone di cui due di categoria B che hanno dato un contributo non indifferente. Siamo anche preoccupati per quanto potrà succedere nel caso in cui si dovesse stabilire che questi soggetti non erano abilitati a svolgere quelle funzioni”.

“I verbali – ha aggiunto – le sanzioni comminate e tutti i procedimenti che hanno attuato, sarebbero probabilmente soggetti a ricorsi e annullati. Sostengono che nell’area di vigilanza il profilo di ingresso è la categoria C e non B, noi diciamo che ogni Ente si può autoregolamentare e stabilire diversamente”.

Anche per Francesco Fucile, segretario della Fp-Cgil, le importanti funzioni assegnate dalla legislazione vigente alla Polizia metropolitana, non possono subire una così radicale riduzione di personale. “Fermo restando – ha spiegato – qualsivoglia intervento di modifica in termini di legittimità del vigente Regolamento, la proposta ricevuta sembra destinata a ridurre drasticamente gli interventi sul territorio. Auspichiamo che nella fase di confronto sindacale, venga accolta la richiesta di avere una nuova organizzazione del Corpo di Polizia metropolitana che non veda attenuarsi il ruolo e le funzioni degli attuali appartenenti al Corpo e ricollocando sempre in area di vigilanza, e con funzioni ausiliarie chiare, il personale di categoria B”.

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