L'iniziativa ha attirato le attenzioni dei Garanti della Privacy di diversi Paesi, tra cui quello italiano, che ha ribadito il diritto di tutti – utenti e non – a negare l’uso dei propri dati.
Mancano poche ore alla scadenza fissata da Meta per opporsi all’utilizzo dei propri dati personali per l’addestramento della sua intelligenza artificiale generativa, Meta AI, attiva da aprile 2025 anche in Italia su Facebook, Instagram, Threads e WhatsApp. A partire dal 27 maggio, la società di Mark Zuckerberg inizierà a usare le informazioni degli utenti — ma anche dei non utenti — per migliorare le capacità della sua IA, a meno che non venga presentata un’opposizione formale.
Nel mirino finiscono post, foto, commenti, messaggi, e tutto ciò che l’utente ha pubblicato o condiviso anche tramite interazioni con l’IA. La questione riguarda anche chi non ha un account Meta, ma potrebbe essere stato menzionato, taggato o semplicemente incluso in contenuti caricati da terzi. In questi casi, i dati potrebbero comunque essere usati. L’unica categoria esclusa a prescindere è quella dei minorenni, i cui dati non saranno coinvolti.
Come inviare la richiesta di opposizione prima che sia troppo tardi
Gli utenti europei hanno il diritto di opporsi al trattamento, secondo quanto stabilito dal GDPR, ma devono agire entro oggi, lunedì 26 maggio 2025. È possibile compilare il modulo direttamente dal Centro Privacy di Facebook e Instagram. Tuttavia, Meta ha specificato che valuterà caso per caso se accogliere le richieste: non è quindi garantito che l’opposizione venga accettata.
Chi non riuscirà a rispettare la scadenza potrà comunque presentare una richiesta in futuro, ma il divieto si applicherà solo ai dati pubblicati dopo l’opposizione. Tutto ciò che è stato già condiviso potrà continuare a essere utilizzato.
Il modulo è disponibile:
- Per utenti Facebook/Instagram: dal Centro Privacy → Modulo ufficiale
- Per non utenti: è possibile opporsi tramite questo modulo Meta
L’iniziativa ha attirato le attenzioni dei Garanti della Privacy di diversi Paesi, tra cui quello italiano, che ha ribadito il diritto di tutti – utenti e non – a negare l’uso dei propri dati. Un’ulteriore conferma dell’importanza crescente della protezione delle informazioni personali nell’era dell’intelligenza artificiale.