L'intervista a QdS.it di Marco Romano, responsabile della Protezione civile di Catania per la gestione del recente sbarco di migranti.
A poco meno di una settimana dal loro approdo a Catania fa ancora discuter lo sbarco dei 35 migranti che si trovavano dentro la nave Humanity 1 e dei 210 che erano all’interno della nave Geo Barents, giunte rispettivamente al Molo di Levante e a quello Centrale del Porto etneo.
Quanto accaduto ha sollevato un grande polverone mediatico, a cominciare dalla forte ostilità del Governo nazionale allo sbarco per giungere alla fermezza del comandante della Humanity 1, che aveva sin da subito annunciato che non sarebbe salpato se non fosse arrivato il via libera all’approdo a terra dei migranti.
Il collocamento dei migranti dopo lo sbarco
La questione ha coinvolto anche i membri di alcune associazioni, che non hanno perso occasione per manifestare contro le decisioni del Governo e per appoggiare pienamente l’arrivo dei migranti sul suolo catanese.
Dopo l’avvenuto sbarco nel pomeriggio dello scorso 8 novembre, hanno avuto subito inizio le procedure di collocamento delle persone salvate in mare che hanno lasciato il loro luogo di origine per giungere in Sicilia.
I migranti sono tati inizialmente trasportati al Pala Spedini, il palazzetto dello sport più antico del capoluogo etneo, da anni utilizzato come primo collocamento per chi arriva dal mare. Un’operazione, quest’ultima che, è stata coordinata dalla Prefettura di Catania e dalla Protezione Civile comunale.
Il racconto del responsabile della Protezione Civile
Il dottor Marco Romano, responsabile della Protezione Civile del Comune di Catania, ha sottolineato a QdS.it come le procedure si siano già concluse e ha sottolineato il grande impegno profuso per garantire un collocamento adeguato.
“I migranti che erano giunti in precedenza – ha detto Romano – sono stati subito ricollocati in diverse strutture d’Italia, alcune delle quali nella stessa Sicilia. Così erano rimasti i 35 della Humanity 1 e i 210 della Geo Barents, per i quali in seguito abbiamo seguito la stessa procedura, ovvero portarli al Pala Spedini, dove entrambi i gruppi sono rimasti per non più di 24 ore, e ricollocarli nelle diverse strutture come stabilito dal Ministero dell’Interno”.
“Attualmente a Catania – ha aggiunto il responsabile della Protezione civile etnea – è presente soltanto qualche minore, che è stato portato in qualche struttura della città”.
“La gestione di questa emergenza è stata di grande impegno per circa 3-4 giorni, ma non abbiamo avuto alcuna difficoltà perché ci siamo attenuti alle disposizione prefettizie in tutto e per tutto”, ha concluso Romano.