Migranti, chiusa indagine per Salvini, diffamò la Rackete - QdS

Migranti, chiusa indagine per Salvini, diffamò la Rackete

redazione web

Migranti, chiusa indagine per Salvini, diffamò la Rackete

mercoledì 12 Febbraio 2020

Si va verso un'altra richiesta processo per il capo della Lega Nord. Aveva definito la comandante della Sea Watch3, "sbruffoncella", "fuorilegge", "delinquente", autrice di un atto "criminale", "complice dei trafficanti di esseri umani"

La Procura di Milano ha chiuso l’indagine in vista della richiesta di processo nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini accusato di diffamazione dopo la querela depositata lo scorso luglio, tramite i suoi legali, da Carola Rackete, comandante della Sea Watch3.

Il pm Giancarla Serafini, titolare del fascicolo trasmesso per competenza da Roma, un paio di settimane fa, ha notificato l’avviso di chiusura dell’inchiesta.

La denuncia da parte della capitano della Sea Watch era stata depositata lo scorso dodici luglio alla Procura di Roma e gli atti, dopo l’iscrizione di Salvini per diffamazione, sono stati poi trasmessi a Milano, dove risiede l’ex ministro.

La giovane, rappresentata dal legale Alessandro Gamberini, nella querela aveva spiegato che le esternazioni di Salvini sul caso Sea Watch, “lungi dall’essere manifestazioni di un legittimo diritto di critica, sono state aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti”.

A tal proposito nell’atto si citano le espressioni dell’allora ministro: “sbruffoncella”, “fuorilegge”, “delinquente”, autrice di un atto “criminale”, responsabile di un tentato omicidio in quanto “avrei provato a ammazzare cinque militari italiani”, “complice dei trafficanti di esseri umani” e altre ancora.

Interventi che sono, si legge sempre nella denuncia, “un puro strumento propagandistico e istigatorio di un ‘discorso dell’odio’, che travolge ogni richiamo alla funzione istituzionale”. Affermazioni che “non solo hanno leso gravemente il mio onore e la mia reputazione, ma mettono a rischio la mia incolumita’, finendo per istigare il pubblico dei suoi lettori a commettere ulteriori reati nei miei confronti”.

Il leader della Lega, difeso dall’avvocato Claudia Eccher, in teoria ha tempo venti giorni – termine non perentorio – dalla notifica dell’avviso di chiusura delle indagini per presentare memorie difensive o farsi interrogare.

Poi il pm può chiedere il rinvio a giudizio o se lo riterrà anche l’archiviazione.

“E’ un paese normale in cui una signorina tedesca sperona una barca militare e invece di andare a processo, a processo ci va il Ministro? Qualcosa di surreale” ha affermato con la consueta spocchia Salvini.

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