Migranti presi a frustate, il video delle violenze a Ventimiglia

VIDEO | Orrore al confine, migranti presi a frustate da un camionista: scattano le indagini

VIDEO | Orrore al confine, migranti presi a frustate da un camionista: scattano le indagini

Redazione  |
martedì 16 Luglio 2024

Il caso di Ventimiglia diventa virale e fa riflettere sulle violenze ai danni dei migranti.

Frustate ai migranti per farli scendere nel tir dove si erano nascosti per raggiungere la frontiera della Francia: è accaduto a Ventimiglia, in Liguria, e il video sconvolgente diffuso online è diventato virale in poche ore.

Sui social sono numerosi i commenti per il gesto di violenza contro i migranti, spesso disposti a tutto per un futuro migliore e costretti a subire pericoli e torture di ogni genere nel percorso.

Migranti presi a frustate, il video delle violenze a Ventimiglia

Nel filmato si vede un camionista al confine con Ventimiglia che – dopo aver sorpreso all’interno del suo veicolo un gruppetto di giovanissimi migranti, ragazzi e ragazze tutti di origine africana, che si erano nascosti nel tir nella speranza di passare la frontiera verso la Francia – reagisce con urla e frustate.

Immagini terribili, che sono finite ben presto sui social e sono diventati oggetto di dibattito sulle violenze ai danni di cittadini stranieri.

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Le indagini e i commenti

Sono in corso le indagini sull’uomo accusato del terribile gesto di violenza. Sui social l’episodio dei migranti presi a frustate ha scatenato l’indignazione generale e tantissimi commenti pieni di rabbia e sgomento per quanto accaduto.

Tra i tanti commenti c’è quello della deputata Laura Boldrini, che scrive su X: “Crudeltà e disumanizzazione delle persone migranti. Questo ci raccontano le immagini, diventate virali, girate al confine di Ventimiglia in cui si vede un camionista prendere a frustate con una cinghia con un terminale di ferro alcune ragazze migranti che erano salite sul suo tir. Su di lui ora indagano le autorità competenti e ci auguriamo che venga individuato prima possibile e che risponda di questo orrore. Si tratta di persone che lasciano i propri paesi a causa di conflitti, violazioni dei diritti umani e condizioni climatiche che non consentono la sopravvivenza”.

“Costretti a rischiare la vita in mare e nelle traversate del deserto, tenuti senza alcuna dignità e spesso sottoposti a tortura nei centri di detenzione in Libia o in Tunisia, segregati in baraccopoli ai margini delle città italiane senza alcun diritto, schiavizzati nei campi e sfruttati dai caporali fino a morire in modi orribili com’è successo a Satnam Singh nelle campagne di Latina. A questo porta la retorica razzista e ipocrita che addita nei migranti il nemico pubblico numero uno, salvo poi chiudere uno o tutti e due gli occhi su chi li sfrutta poiché quel ‘nemico’ fa comodo ed è funzionale alla produttività. Il camionista di Ventimiglia è il frutto avvelenato di questa ipocrisia”.

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