Due navi Ong sottoposte a fermo amministrativo nel giro di poche ore con l’accusa di aver violato le norme previste dal Decreto Legge 1/2023 recante “disposizioni urgenti in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare”.
Si tratta della “Mare*Go*, giunta a Lampedusa nonostante le autorità avessero assegnato Trapani come porto di approdo, e la “Sea Eye 4“, ormeggiata al porto di Ortona (Chieti).
Dopo aver soccorso 37 migranti in difficoltà in mare, la nave tedesca “Mare*Go” è giunta nella notte tra l’1 e il 2 giugno a Lampedusa, contravvenendo alla disposizione iniziale di raggiungere il porto di Trapani. Una violazione che ha fatto scattare un provvedimento di fermo di 20 giorni.
Il caso ha scatenato un dibattito, soprattutto perché – secondo l’equipaggio dell’Ong tedesca – sarebbe stato “irragionevole” proseguire per altre 32 ore con il difficile viaggio in mare con un punto di approdo più vicino (cioè Lampedusa). Soprattutto in considerazione del fatto che i mezzi e le attrezzature a bordo per mantenere i migranti a bordo in condizioni decenti non risultavano sufficienti. Sul fronte penale – specifica il procuratore agrigentino Salvatore Vella – “al momento non c’è alcuna iscrizione di notizia di reato”, ma il provvedimento di fermo previsto dalla legge voluta dal Governo Meloni è scattato.
“Vogliamo mettere in chiaro che questa nuova legge (il riferimento è al DL 1/2023, ndr) è un nuovo strumento per lasciare che sempre più persone in fuga muoiano in mare e per fermare gli interventi dei soccorritori solidali. Crediamo sia necessario sfidare questa legge”. Questo è parte del comunicato divulgato dall’Ong Mare*Go dopo il fermo della loro nave e in attesa di venire a conoscenza di eventuali sanzioni e ulteriori provvedimenti.
L’altra delle due navi Ong sottoposte a fermo amministrativo nelle scorse ore è la Sea Eye 4, giunta al porto di Ortona con a bordo 49 migranti soccorsi in mare (alcune in acque Sar libiche, altri in area Sar italiana).
Dopo aver effettuato il primo intervento in acque libiche, secondo una prima ricostruzione, l’Ong non si sarebbe attenuta alla disposizione di raggiungere nel più breve tempo possibile il porto di Ortona per soccorrere un’altra unità di migranti sulla quale, però, pare si stesse dirigendo già una motovedetta SAR della Guardia Costiera italiana. Anche in questo caso il fermo disposto è di 20 giorni.
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