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Per Salvini nuova richiesta di autorizzazione a procedere

redazione web

Per Salvini nuova richiesta di autorizzazione a procedere

sabato 01 Febbraio 2020

Inviata al Senato dal Tribunale dei Ministri di Palermo per la vicenda Open Arms, bloccata per venti giorni al largo di Lampedusa. Tra meno di due settimane la votazione dell'aula del Senato sulla vicenda Gregoretti

Come da collaudato copione, a darne notizia è stato, di persona, il capo della Lega Nord: “Mi è arrivata un’altra richiesta di processo perché ad agosto ho bloccato lo sbarco di clandestini dalla nave di una Ong spagnola”.

Solo successivamente le agenzie hanno confermato che il Tribunale dei Ministri di Palermo ha chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per aver bloccato la nave spagnola Open Arms quando era ministro dell’Interno.

Le accuse nei confronti di Salvini ipotizzati dal Tribunale palermitano sono il sequestro di persona e l’omissione di atti d’ufficio.

I giudici, nel novembre scorso, ricevettero dalla Procura palermitana la richiesta di procedere a indagini preliminari nei confronti dell’ex ministro dell’Interno.

Il caso riguarda il divieto di sbarco imposto da Salvini ai migranti soccorsi in mare nell’agosto scorso.

Nel provvedimento, con il quale il Tribunale del Ministri ha sostanzialmente accolto le indicazioni dei pm palermitani, si ripercorre in centodieci pagine la vicenda e si afferma il principio dell’obbligatorietà di prestare soccorso in mare.

I giudici definiscono non politico ma “amministrativo” l’atto di vietare l’approdo ai migranti deciso da Salvini.

I giudici, inoltre, scrivono a chiare lettere che la decisione di non far sbarcare a Lampedusa i 164 migranti soccorsi in mare dalla nave Open Arms fu un atto deciso dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini individualmente, quindi non “condiviso” con gli altri esponenti del Governo.

Nel provvedimento, i giudici sostengono, tra l’altro, che non c’era alcun indizio che l’eventuale approdo rappresentasse un pericolo per l’ordine e la sicurezza, condizioni a cui il decreto sicurezza bis subordina la possibilità di vietare lo sbarco.

Il Collegio inoltre, ripercorrendo la vicenda dell’agosto scorso, sostiene che il Viminale, soprattutto alla luce dell’ordinanza del Tar che aveva sospeso il divieto di ingresso della nave catalana nelle acque territoriali italiane, aveva l’obbligo di indicare all’imbarcazione il Pos, il porto sicuro.

Le osservazioni del Tribunale ricalcano le considerazioni fatte dalla Procura di Palermo che, nel novembre scorso, in una memoria firmata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal pm Gery Ferrara, aveva chiesto ai giudici di indagare.

Come si ricorderà, la nave della ong Catalana rimase per venti giorni ferma davanti a Lampedusa.

Furono poi i magistrati di Agrigento, in seguito a un’ispezione a bordo, a ordinare lo sbarco d’urgenza dei migranti.

Il fascicolo sulla vicenda venne dunque trasmesso alla Procura di Palermo, competente in quanto si ipotizzarono responsabilità penali dell’allora ministro.

I pm palermitani, in una memoria firmata dal procuratore Francesco Lo Voi e dal pm Gery Ferrara, chiesero al Tribunale dei Ministri di procedere a indagini a carico di Salvini.

Nei confronti di quest’ultimo, il prossimo dodici febbraio l’aula del Senato si esprimerà sulla richiesta di autorizzazione a procedere sul caso Gregoretti, al termine di una vicenda politica paradossale.

Salvini è accusato dal Tribunale dei Ministri di Catania del sequestro di circa centocinquanta persone, migranti e marinai della Guardia costiera a bordo del pattugliatore Gregoretti la scorsa estate.

“Ormai le provano tutte per fermare me e impaurire voi: vi prometto che non mollo e non mollerò, mai”, ha commentato con la consueta spocchia l’ex ministro dell’Interno.

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