I cinquanta minori, la maggior parte dei quali non accompagnati, salvati dalla Open Arms hanno lasciato ieri il pattugliatore della Ong spagnola.
Poiché sono risultati tutti negativi al tampone rapido anti-coronavirus, sono stati prima trasbordati con le motovedette sulla banchina di Porto Empedocle (Agrigento) e, dopo esser stati identificati dalla Polizia – all’interno della tensostruttura della Protezione civile – sono stati trasferiti al centro d’accoglienza Villa Sikania di Siculiana (Agrigento).
Gli adulti a bordo della Open Arms – a bordo c’erano complessivamente 265 persone – sono stati invece trasferiti sulla nave-quarantena Rhapsody, nella rada di Porto Empedocle.
Intanto, a Palermo, l’Arcivescovo Corrado Lorefice ha lanciato un nuovo appello: “Il 2021 ci porti a un vero cambiamento delle politiche europee, siamo chiamati a reagire, da esseri umani e da cristiani”.
“Il mio appello – ha aggiunto – è perché questo 2021 si apra nel segno di una nuova, reale riflessione che conduca presto a un cambiamento nella condivisione delle regole europee”.
“Appena un mese fa – ha ricordato l’Arcivescovo di Palermo – piangevamo insieme la morte del piccolo Joseph, rimasto nel cuore di tutti, in uno dei tanti drammatici naufragi a cui abbiamo assistito nell’anno appena trascorso. Oggi abbiamo la conferma che i quattro bambini i cui cadaveri sono stati ritrovati il 18 dicembre scorso sulle coste libiche, nel silenzio generale, sono morti annegati durante un respingimento, uno dei tanti push-back operati dalla cosiddetta guardia costiera libica”.
“Non ci stancheremo mai di ripetere – ribadisce Lorefice – che i respingimenti costituiscono una grave violazione del principio di non refoulement sancito dalla Convenzione di Ginevra, violano i diritti umani internazionali, calpestano il Vangelo, tradiscono la fraternità universale”. sta avvolgendo queste notizie. Non possiamo non indignarci anche come cristiani”.
