Per tutti, dopo un primo triage sanitario, è stato disposto il trasferimento all'hotspot di contrada Imbriacola, dove si trovano al momento circa 500 ospiti
Sono 172 i migranti sbarcati nella notte a Lampedusa, dove da giorni sono ripresi a pieno ritmo gli approdi.
Tutti gli sbarchi nella notte trascorsa
Venticinque tunisini, tra cui 6 donne e 2 minori sono stati rintracciati a molo Madonnina: erano appena arrivati a bordo di un barchino di circa 6 metri che è stato sequestrato.
Intorno a mezzanotte, invece, una motovedetta della Guardia di finanza ha sbarcato al molo Favaloro 65 persone di diversa nazionalità, tra cui 2 minori, rintracciati poco prima a circa 12 miglia dalle coste dell’isola.
Altri 36 tunisini, tra cui 2 minori, hanno raggiunto la più grande delle Pelagie qualche ora dopo: la carretta del mare su cui viaggiano, bloccata dai militari delle Fiamme gialle a circa 4,5 miglia dalle coste lampedusane, è stata lasciata alla deriva.
Le ultime in ordine di tempo a sbarcare, intorno alle 4 del mattino, sono state 46 persone di varie nazionalità che la motovedetta CP 291 della Capitaneria di porto ha intercettato a 18 miglia. Tra loro 10 sono donne e 7 minori.
Altri 70 migranti sono approdati a Lampedusa
La motovedetta della Guardia di finanza li ha intercettati a 12 miglia dalle coste dell’isola a bordo di un barchino lasciato alla deriva. Salgono così a 244 le persone giunte in poche ore sulla più grande delle Pelagie, dove da giorni ormai, complici le condizioni meteo favorevoli, sono ripresi gli sbarchi. Le motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza fanno la spola dal molo Favaloro, dove i migranti, una volta sbarcati, ricevono la primissima assistenza. Quelli arrivati nella notte provengono da Tunisia, Siria, Egitto, Bangladesh, Pakistan, ma anche Guinea, Gambia, Mali, Camerun, Costa d’Avorio, Sierra Leone e Burkina Faso. Tra loro ci sono anche 23 donne e 11 minori.
Da martedì scorso sono oltre mille i migranti che sono riusciti a raggiungere l’isola
L’hotspot di contrada Imbriacola, dopo settimane di tregua, è tornato nuovamente a riempirsi e la Prefettura di Agrigento è impegnata, d’intesa con il Viminale e senza soluzione di continuità, nelle operazioni di trasferimento per alleggerire la pressione sulla struttura.