I retroscena dell'accordo Italia-Libia e l'appello disperato di Medici Senza Frontiere al presidente Mattarella.
L’arrivo di migranti in Sicilia non si può fermare e l’idea di “chiudere i confini” è irrealizzabile. Ma c’è un sistema a cui l’Italia dovrebbe sottrarsi, dopo averlo creato assieme alla Libia. Secondo Medici Senza Frontiere, l’Europa tutta dovrebbe immediatamente rimediare all’accordo Italia-Libia. Tutti i suoi retroscena
Accordo Italia-Libia: “Nelle prigioni della Libia di cui siamo complici, migranti muoiono trattati come animali”
“L’attuale situazione in Libia è catastrofica. Uno straniero è come un diamante insanguinato: può essere rapito per ricavarne dei soldi. Soldi per liberarlo e poi magari rapirlo di nuovo. Alcuni migranti sono morti in prigione o sono stati trattati come animali. Le loro famiglie non sanno nemmeno dove sono stati sepolti. Questa è la sofferenza di persone come me. E l’Europa sta dando strumenti per alimentare questo sistema di sofferenza”.
Questo il racconto di Mustafa, nome di fantasia di un maliano che vive in Libia da diversi anni assistito da Medici senza frontiere, ong che in una nota denuncia gli accordi Italia-Libia alla vigilia del quinto anniversario dalla loro adozione: “A cinque anni dall’accordo Italia-Libia- scrive l’organizzazione- sono sempre più numerose le prove che dimostrano come le politiche di contenimento dei flussi migratori perpetuino in Libia violenza, respingimenti, sfruttamento e detenzione arbitraria e alimentino nel Mediterraneo il numero delle morti in mare“. È quanto denuncia Medici Senza Frontiere che si appella al presidente Mattarella affinché l’Italia smetta di ignorare le inaccettabili conseguenze umane di questa intesa.
Per questo Claudia Lodesani, presidente di Msf, ha affermato: “Ci appelliamo al presidente Mattarella affinché l’Italia torni a rispettare gli obblighi di protezione e assistenza delle persone. Presidente, dedichi un passaggio del suo discorso di insediamento a questa urgenza e chieda al Parlamento di cancellare gli accordi Italia-Libia. Intesa mai ratificata dallo stesso Parlamento, ma la cui attuazione ha creato un sistema di sfruttamento, estorsioni e abusi a cui sono sottoposti migranti e rifugiati in Libia”.
I salvataggi in mare
Msf prosegue ricordando che “le persone intercettate in mare non possono essere riportate in Libia dove violenza e brutalità sono la quotidianità per migliaia di migranti e rifugiati. Nel novembre 2021, la missione conoscitiva indipendente sulla Libia delle Nazioni Unite ha definito queste violazioni crimini contro l’umanità. Nonostante ciò, l’Italia e l’Ue non solo continuano a chiudere gli occhi di fronte a questi crimini, ma continuano ad aiutare la guardia costiera libica a migliorare la propria capacità di sorveglianza marittima, fornendo aiuti economici e risorse tecniche”.
Infine, Msf condivide la testimonianza di Rasheed, giovane soccorso di recente dalla Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso dell’organizzazione. Anche il suo è un nome è inventato. “Non si può dire che la guardia costiera libica salvi le persone. La guardia costiera non salva nessuno, porta le persone in prigione” denuncia, aggiungendo: “Dovete fare in modo che la guardia costiera libica non arrivi in acque internazionali, davvero. Non vogliono che le persone siano soccorse in mare. È davvero importante che la guardia costiera libica si fermi. Non salvano le persone, le sequestrano”.