Il 14 settembre a Marzamemi l’anteprima del film sui "nuovi vinti" scritto e diretto da Giuseppe Lazzaro Danzuso, interpretato da Debora Bernardi e girato a San Berillo. GUARDA IL TRAILER DEL FILM
CATANIA – “Che colpa può avere una che è nata dentro un corpo sbagliato?”. Quale responsabilità ha un transessuale cresciuto sotto il Vulcano che, “quando la fame diventò troppo assai”, fu costretto a “pittarsi” chiedendo perdono a Sant’Aituzza per tirare a campare? “Milena, la luna”, mediometraggio scritto e diretto da Giuseppe Lazzaro Danzuso, accompagna lo spettatore in un mondo di sublime malinconia, lungo i vicoli di una San Berillo che non c’è più, anzi che c’è ancora e non ha mai smesso di essere il “cesso della città”.
Con gli occhi “sbarracati” e pieni di passione, Milena, interpretata magistralmente da Debora Bernardi, racconta una storia universale, finta ma drammaticamente vera, quella di chi ha faticato una vita per farsi accettare, prima di tutto come persona. “Spero di diventare abbastanza vecchio da essere considerato semplicemente un essere umano”, afferma la protagonista, citando il Professore (impersonato dall’attore Aldo Toscano), suo unico vero amore che le insegnerà la potenza della parola, riempiendo di nuovi significati la sua esistenza: “Le parole furono che fecero diventare questo cesso di posto una casa per davvero”.
Le parole, appunto. Quelle di Lazzaro Danzuso che, con profonda umanità, tratteggiano uno spaccato tragico e dolcissimo a un tempo, quello della Catania dei ghetti. Anzi del ghetto catanese per antonomasia. “Questa vicenda, malinconica e assolutamente inventata – spiega il regista – la scrissi come testo teatrale tra il 2013 e il 2014. Quello di Milena era il primo di tre monologhi che avevano per protagonisti i nuovi vinti, per rifarsi a Giovanni Verga, dei quartieri popolari di Catania. In maggio adattai il testo a un mediometraggio e coinvolsi tanti professionisti. Con i quali abbiamo realizzato questo film che è un po’ come la vita di Milena: abbiamo fatto, con amore e passione, ciò che si poteva fare. Non quello che avremmo voluto”.
È una storia di sofferenza senza riscatto e lieto fine, eppure tra quei muri diroccati di San Berillo c’è anche spazio per barlumi di luce e di vita. Milena, nata in un corpo e in un posto sbagliato, condannata dal destino a non poter più fischiare o baciare, riesce ancora a provare gioie e slanci commoventi. Come quando il Professore la porterà nel tempio della musica, il Teatro Massimo Bellini, dove in preda all’euforia abbraccerà la statua del Cigno catanese. Perché lei, Milena, profondamente donna in un corpo da uomo, è un’eroina contemporanea che non si arrende nonostante le avversità. “Non è stato facile per me – racconta l’attrice Debora Bernardi – interpretare questo testo pieno di poesia. Ho dovuto scavare nel personaggio concentrandomi sulle ali tarpate: Milena, nonostante tutto quel che di terribile le accade, riesce a ricostruirle, le sue ali. Attraverso il potere delle parole, che, come dice, hanno trasformato questo cesso di posto in una vera casa. E il valore della Cultura, che è la bellezza del mondo, lo apprende dal Professore che è un po’ amante, un po’ padre, ma è soprattutto un insegnante”.
Il film, della durata di quaranta minuti, sarà presentato in anteprima nazionale il 14 settembre a Marzamemi nell’ambito del Festival Internazionale del Cinema di frontiera e il giorno dopo a Catania, nel Palazzo della Cultura, per Corti in Cortile. E sarà seguito da un documentario di quindici minuti sul backstage realizzato da Giacomo Seminara (videomaker catanese di 19 anni) con interviste al regista, ai protagonisti, agli altri attori e a tutti coloro i quali hanno lavorato a “Milena, la luna”, come opera di volontariato, si legge all’inizio del film, “per il suo significato sociale”.
Foto di Santo Consoli
La scheda del film
Milena, la luna
Regia e sceneggiatura di Giuseppe Lazzaro Danzuso
Durata: 40’
Protagonisti del film sono Debora Bernardi (Milena) e Aldo Toscano (il professore) con la partecipazione straordinaria di Alessandra Cacialli. Gli altri interpreti sono: Dora Marchese, Marcello Motta, Giuseppe Privitera, Aldo Seminara e Gianni Vinciguerra. Con Antonio Fisichella. Ci sono poi le donne che hanno accettato di farsi filmare sulle sedie bianche su cui, a San Berillo, si accomodano prostitute e trans: la giornalista Flaminia Belfiore, la presidente delle guide turistiche Giusy Belfiore, la cantante folk Simona Di Gregorio, la regista Monica Felloni, e ancora Anna Palmisano, medico ginecologo, e Lorena Russo e Giusy Sicari.
I costumi sono di Liliana Nigro, le musiche originali di Giancarlo Lazzaro Danzuso, mentre la Casta Diva di Vincenzo Bellini è eseguita al pianoforte dalla concertista Ketty Teriaca. Per quanto riguarda la parte tecnica, il direttore di produzione è Francesco Scuderi, quello della fotografia Francesco Caudullo e a firmare montaggio e postproduzione è Mel Pappalardo.