Starebbero subendo delle pesanti minacce i sette giovani indagati per lo stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo: per questo, chi si trova attualmente in carcere (sei di loro, in quanto uno – minorenne all’epoca dei fatti – è in comunità) chiede il trasferimento in un altro istituto penitenziario.
A rendere nota la notizia nelle scorse ore sono stati i legali dei giovani. Sarebbe arrivata anche una richiesta ufficiale da parte della polizia penitenziaria del carcere Lorusso di Pagliarelli.
Minacce agli indagati per lo stupro di Palermo
La vicenda dello scorso luglio, finita sui giornali e sulla bocca di tutti lo scorso 18 agosto con i sette arresti, ha originato un vero e proprio “caso”. I nomi e i volti degli indagati hanno fatto il giro dell’Italia intera, assieme a insulti di ogni tipo. E pare che anche adesso, in carcere, i sei giovani detenuti siano in pericolo a causa delle minacce. Nelle prossime ore i legali dovrebbero recarsi in carcere per valutare la situazione e chiedere eventualmente il trasferimento in sezioni protette di altre carceri in Sicilia.
A subire le minacce non sarebbero solo gli indagati per lo stupro di Palermo, ma anche le famiglie dei membri del gruppo. I parenti dei giovani si sarebbero presentati alla polizia, presentando una denuncia contro ignoti per i messaggi terribili ricevuti e per la divulgazione dei dati sensibili dei figli (in particolare foto e profili social) su Internet. Rimane poi il mistero dei profili “fake” su TikTok, con presunti messaggi dagli indagati.
A caccia di video e dettagli sui social
Il caso dello stupro di Palermo continua a essere sulla bocca di tutti. Sui social si vede di tutto: dagli insulti rivolti agli indagati e/o alla vittima ai gruppi Telegram per la divulgazione di video e foto dell’atroce violenza. Nelle scorse ore anche il Garante della Privacy ha messo in guardia sulle potenziali conseguenze, anche penali, della ricerca di contenuti sensibili e illeciti sul web.
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