Minaccia iraniana, chiusa l'ambasciata israeliana a Roma

Minaccia iraniana, chiusa l’ambasciata israeliana a Roma in seguito al raid su Damasco

Minaccia iraniana, chiusa l’ambasciata israeliana a Roma in seguito al raid su Damasco

Stefano Scibilia  |
venerdì 05 Aprile 2024

In seguito al recente attacco sono circa 30 le sedi diplomatiche israeliane che sono state chiuse in tutto il mondo

L’ambasciata israeliana a Roma, situata nei pressi di Villa Borghese in via Michele Mercati, è stata chiusa, così come avvenuto in altre sedi, per via del raid effettuato da Israele il 1° Aprile al consolato iraniano a Damasco, dove hanno perso la vita diversi alti funzionari di Teheran. Dall’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, che di fatto ha dato inizio alla guerra in Medio Oriente, le misure di sicurezza sono diventate decisamente più stringenti in tutte le sedi istituzionali israeliane.

In seguito al recente attacco di Israele su Damasco sono circa 30 le sedi diplomatiche israeliane che sono state chiuse in tutto il mondo, tra queste anche quella romana. Il timore è legato alle minacce iraniane e al rischio di una ulteriore escalation del conflitto in Medio Oriente che, come era ormai prevedibile da mesi, non è più una faccenda che riguarda solamente Israele e Hamas.

Minaccia iraniana, Netanyahu: “Sapremo difenderci”

Nella serata di ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato un Consiglio di sicurezza a Gerusalemme dopo le minacce iraniane: “Sapremo difenderci e agiremo secondo il semplice principio che faremo del male a chiunque ci farà del male o vorrà farci del male. Per anni Teheran ha lavorato contro di noi sia direttamente sia attraverso i suoi emissari, e quindi Israele ha lavorato contro l’Iran e i suoi emissari, sia in modo difensivo che offensivo”.

Secondo gli analisti una replica all’attacco dell’Iran risulta scontata. Dello stesso parere è anche l’apparato di difesa israeliano, così come confermato dal capo dell’intelligence militare Aharon Aliva: “Ci aspettano giorni complessi, non è detto che il peggio sia dietro di noi”.

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