Ministro Dadone: "Giovani al centro del dibattito ma non delle scelte. Ora invertiamo la rotta” - QdS

Ministro Dadone: “Giovani al centro del dibattito ma non delle scelte. Ora invertiamo la rotta”

Patrizia Penna

Ministro Dadone: “Giovani al centro del dibattito ma non delle scelte. Ora invertiamo la rotta”

martedì 13 Luglio 2021

L’intervista del Quotidiano di Sicilia a Fabiana Dadone, ministro alle Politiche giovanili
“Quote rosa? Hanno un senso se limitate nel tempo, servono ad accompagnare un mutamento culturale”

ROMA – Il dibattito su donne e politica è tornato di estrema attualità non solo dopo la nomina da parte del segretario del Pd, Enrico Letta, di due capigruppo donna ma anche nell’ambito del Pnrr che mette a disposizione ingenti risorse per il divario di genere. Ma non c’è stato solo spinoso tema delle pari opportunità al centro dell’intervista con Fabiana Dadone, ministro alle Politiche Giovanili.

Ministro Dadone, le risorse messe a disposizione dall’Europa basteranno per sanare un gap di genere che è prevalentemente culturale?
“Non basteranno se faremo passi indietro e l’alternanza politica non può minare queste tematiche. È molto pericolosa quella politica che minimizza queste problematiche perché punta a fermare questi percorsi legislativi e culturali. Non dimentichiamo che in Parlamento siedono persone che hanno della donna un timore medievale e lavorano quotidianamente perché sia segregata a lavori di accudimento”.

Lei è a favore della doppia preferenza di genere?
“Le quote di genere hanno un senso se limitate nel tempo, ad accompagnare un mutamento culturale di parità per poi sfumare. Oggi purtroppo ce n’è ancora bisogno”.

Il fatto di essere donna ha mai rappresentato per lei un ostacolo al suo lavoro e alla sua carriera politica?
“No, non ho avuto alcuna difficoltà in quanto donna ma io non faccio esattamente un lavoro ordinario. Casomai ho avuto ostacoli caratteriali che col tempo ho superato, adattandomi ai tempi e modi della politica”.

Qualche giorno fa ha incontrato i rappresentanti di IMPatto Giovani i quali le hanno presentato le loro proposte per promuovere nelle nuove generazioni cultura di impresa e l’autoimprenditorialità: apprendistato, valorizzazione degli Its. Parola chiave, dunque: competenze. È la strada giusta?
“ Sicuramente. Le competenze e più in generale l’educazione e la formazione sono le leve centrali che permettono non solo la crescita professionale e personale ma soprattutto prevengono e contrastano il rischio di derive criminali. Se lo Stato e il tessuto economico e sociale sanno offrire prospettive di crescita e sviluppo possiamo drenare le risorse che spesso sono appannaggio di delinquenza e criminalità, organizzata e non”.

Torniamo un attimo al Pnrr: uno degli imperativi è rimettere al centro i giovani. Ma questo è stato uno slogan anche del passato, rimasto poi lettera morta. Cambieranno adesso le cose? Rimettere i giovani al centro: come, secondo Lei?
“Già, il mondo giovanile è stato per anni al centro del dibattito ma non delle scelte, ora invertiamo la rotta. In primo luogo ho incrementato di ulteriori 30 milioni di euro il fondo per le Politiche Giovanili, perché le nozze con i fichi secchi non sono mai venute bene. Nel decreto di governance del Pnrr abbiamo introdotto delle clausole ad hoc per l’occupazione femminile e quella giovanile: almeno il 30% dei neoassunti nei progetti finanziari dal Pnrr dovranno essere donne o under 35. Inoltre nel corso d questi 4 mesi ho avviato due progetti concreti: il primo è Open doors che mette insieme decine di aziende italiane e estere con sede on Italia per informare e orientare i giovani alle scelte nel mondo del lavoro e della formazione, con webinar che vedono gli amministratori delegati e i manager narrare le proprie storie di vita e professionali ai ragazzi in webinar settimanali con la collaborazione anche di RAI. Il secondo è il sito Giovani2030.it una piattaforma che raccoglie le opportunità che lo Stato e i privati offrono alle nuove generazioni. Un punto di accesso unico per conoscere e sapersi orientare nel mondo vasto di opportunità come quelle offerte da Invitalia o dal Ministero delle politiche agricole o ancora dal Servizio civile universale”.

Gestione emergenza pandemica: si intravede la luce in fondo al tunnel anche se la variante Delta spaventa. Draghi prende tempo sulla proroga dello stato di emergenza. Lei è favorevole alla proroga?
“Della compagine di governo attuale siamo pochi ad aver dovuto affrontare nel panico generalizzato la prima emergenza del febbraio 2020 e poi la recrudescenza dell’autunno successivo. Credo che lo stato di emergenza, ove necessario in termini di dati e di trend epidemiologici, possa anche essere prorogato. Auspico che non vi siano polemiche ideologiche o strumentali ma che si possa affrontare questo nodo con serietà e senso di responsabilità. Abbiamo tutti fatto sforzi immensi in questi 17 mesi di pandemia e se ne dovessero servire altri non dovremo tirarci in dietro. Dovremo dimostrare anzi, proprio alle nuove e future generazioni, che sappiamo essere forti e coraggiosi per il bene di tutti e per dare prospettive di stabilità e sviluppo future”.

L’impegno nel volontariato e al fianco del M5s contro la vecchia politica

Fabiana Dadone è nata a Cuneo il 12 febbraio 1984. Dal 13 febbraio 2021 è Ministro per le politiche giovanili nel governo Draghi.

Dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021 ha ricoperto il ruolo di Ministro per la Pubblica amministrazione nel governo Conte II.
Sin da giovanissima è stata molto attiva sia nel volontariato che nelle battaglie degli albori del Movimento 5 Stelle in provincia di Cuneo. Prima di essere eletta al parlamento, nelle file del Movimento 5 Stelle, ha svolto la professione di praticante avvocato.

Nel 2013, a 29 anni, viene eletta in parlamento, figurando tra le più giovani parlamentari del M5S. Attivista del Movimento 5 stelle a Mondovì, nel luglio 2012 presenta un ricorso al TAR che costringe l’amministrazione comunale a cambiare la squadra della giunta comunale e aggiungere una donna per il rispetto delle quote rosa.
Un atto simbolico che il Movimento 5 Stelle ha rivendicato a lungo come esempio di una sconfitta per il sistema e per la vecchia politica.

Il 16 settembre 2018 “Il Blog delle Stelle” (organo ufficiale del MoVimento 5 Stelle) annuncia in un post che Fabiana Dadone sarà il nuovo referente di Rousseau, la piattaforma di Gianroberto Casaleggio, per la funzione Scudo della Rete. Prende il posto di Alfonso Bonafede, che passa il testimone a causa dei suoi impegni da ministro della Giustizia.

Il 25 giugno 2019, dopo essere stata scelta dal capo politico Luigi Di Maio, viene votata dalla base degli iscritti per divenire membro del Collegio dei Probiviri, un organo di tre persone stimate incaricato di esprimere pareri autorevoli e di risolvere divergenze all’interno del Movimento 5 Stelle.

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