Moda, crollo del fatturato di oltre il 50% per 7 negozianti su 10 - QdS

Moda, crollo del fatturato di oltre il 50% per 7 negozianti su 10

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Moda, crollo del fatturato di oltre il 50% per 7 negozianti su 10

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lunedì 18 Gennaio 2021

E' quanto emerge dal sondaggio realizzato da Confesercenti Sicilia su 70 aziende del settore abbigliamento e calzature. Catania la città più colpita dalla crisi legata all'attuale pandemia.

Un quadro nero con un calo degli incassi superiore al 50% rispetto allo scorso anno. È la fotografia amara scattata da Confesercenti Sicilia sulla prima settimana di saldi nell’Isola.

Un focus che ha interessato 70 aziende siciliane del settore abbigliamento e calzature a cui è stato somministrato un questionario di 8 domande. Aziende che per numero di dipendenti, punti vendita e volume di affari (superiore al milione di euro), hanno un ruolo importante nell’economia commerciale del territorio.

Dal punto di vista territoriale, il 70% delle imprese opera nelle città metropolitane di Messina, Palermo e Catania. Il 30% su Agrigento e Ragusa. Ai commercianti è stato chiesto innanzitutto di fare un primo bilancio sull’andamento dei saldi scegliendo tra tre opzioni: “Negativo”, “Estremamente negativo” e “Sufficientemente positivo”. 

La totalità degli intervistati ha scelto le prime due opzioni e quasi 7 su 10, l’espressione più grave “estremamente negativo”. Con un altro quesito è stato chiesto anche di quantificare le perdite, scegliendo tra più range. E a questa domanda il 65% ha risposto “oltre il 50%”, mentre il 35% ha giudicato le perdite “entro il 50%”. 

“Un risultato estremamente preoccupante – dice il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina – specie perché siamo all’avvio di quello che sempre più appare come un nuovo lockdown e che colpirà ancora una volta il settore dell’abbigliamento e calzature che fino ad oggi non è stato tenuto nella giusta considerazione in fatto di ristori. Sono stime che pesano sul presente e che creano grosse nubi all’orizzonte per la ripresa”. 

Il 69% degli intervistati teme infatti di dovere adottare misure aziendali drastiche come la “riduzione del personale” e/o la “chiusura di punti vendita” mentre quasi il 12% dichiara di aver già chiuso un ramo d’azienda. Otto le domande poste ai commercianti per provare a delineare il quadro ma anche per individuare strade utili ad invertire il trend.

Se per l’83% – poco più di otto intervistati su dieci – la Regione dovrebbe esercitare un peso maggiore nei confronti del Governo nazionale, potrebbero essere utili al comparto anche misure straordinarie come la “rottamazione della scorte in magazzino”(35% intervistati), il “prolungamento della stagione dei saldi” (29,4%) e “altre misure” (44%) che Confesercenti ha chiesto di indicare e in cima alle quali compaiono le voci “finanziamenti a fondo perduto” per sopperire alla mancanza di liquidità e “riduzione delle tasse locali”.

Neppure l’arrivo del vaccino risulta rassicurante per gli imprenditori intervistati. Il 58,8% si definisce “sfiduciato” rispetto al 2021 a fronte di un 38,2% “moderatamente fiducioso” e ad un timido 3% “ottimista”.  “Siamo a lavoro in tutte le province – dice Messina – per dar vita a piattaforme di proposte programmatiche che partano dai Comuni per arrivare al governo regionale e nazionale. Proprio venerdì dopo le sollecitazioni di Fiepet Confesercenti, la sigla che riunisce le aziende della ristorazione, il sindaco Leoluca Orlando ha scritto agli uffici per chiedere il rinvio dell’inasprimento delle misure contro chi non è in regola con il pagamento dei tributi. Siamo convinti che da questo periodo terribile si possa uscire solo attraverso una buona concertazione. Se ognuno farà la propria parte”.

“Come
emerso  dal  sondaggio 
di Confesercenti  Sicilia

appena pubblicato, relativo al settore della moda, abbigliamento e calzature,
la provincia di Catania è senz’altro la più colpita dall’inizio dell’emergenza
Covid, con la stragrande maggioranza delle imprese dell’area metropolitana
etnea, che non sono riuscite a risalire la china neppure con l’incentivo dei
saldi già avviati da oltre una settimana”.

A
dichiararlo è Claudio Miceli, presidente di Confesercenti dell’area
metropolitana, nella veste anche di commerciante di abbigliamento.

“Una
perdita che complessivamente si aggira intorno al 70% del fatturato – aggiunge
– ma che si trascina dietro i cospicui investimenti effettuati almeno 6-8 mesi prima
dello scoppio della pandemia e cioè a settembre-ottobre del 2019 che non
potranno essere coperti neppure nel corso dell’anno appena entrato. Se tutto va
bene, riusciremo a rivedere la luce ad aprile del 2022, ma sempre che le
imprese abbiano nel frattempo le spalle larghe per far fronte agli impegni
assunti”.

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