La moglie amministra una società a Malta e lui percepisce la Naspi: denuncia e sequestro - QdS

La moglie amministra una società a Malta e lui percepisce la Naspi: denuncia e sequestro

denisemarfia

La moglie amministra una società a Malta e lui percepisce la Naspi: denuncia e sequestro

Redazione  |
martedì 18 Ottobre 2022

L'uomo aveva iniziato a ricevere la Naspi 1.200 euro al mese dal 2020, dopo essere stato “licenziato” dalla società amministrata dalla moglie

La moglie amministra una società con sede a Malta e lui percepisce la Naspi dal 2020. A scoprirlo, la Guardia di Finanza di Modica che ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente emesso dall’Autorità Giudiziaria su richiesta del Reparto.

L’uomo aveva iniziato a ricevere la misura assistenziale di circa 1.200 euro al mese dal 2020, dopo essere stato “licenziato” da una società amministrata dalla moglie, operante nel settore dell’intrattenimento e divertimento, di cui detiene altresì il 90% delle quote. Tuttavia, dai successivi accertamenti bancari è stato rilevato che, durante il periodo di percezione della NASpI, il soggetto ha ricevuto sul proprio conto corrente oltre 65.000 euro di compensi da una società maltese, di cui è risultato essere l’amministratore. La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) è un’indennità mensile di disoccupazione che spetta ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione.

Qualora un percettore trovi un nuovo impiego deve, a pena di decadenza, informare l’I.N.P.S. entro un mese dall’inizio dell’attività dichiarando il reddito annuo che prevede di trarne, anche ove sia pari a zero. Qualora tale importo sia pari o inferiore a 8.000 euro l’indennità continuerà ad essere erogata in misura ridotta ovvero, in caso contrario, sarà revocata.

Dall’indagine è invece emerso che, onde evitare di perdere il diritto all’indennità, il percettore ha omesso di comunicare all’I.N.P.S. di aver assunto la carica di amministratore all’interno della società maltese, commettendo il reato di “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”.

Per tali ragioni, su proposta della Procura, il G.I.P. del Tribunale di Ragusa ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente del profitto del reato ammontante a oltre 42.000 euro, prontamente eseguito dai militari della Compagnia tramite il blocco sui rapporti bancari dell’indagato di disponibilità finanziarie fino alla concorrenza prevista.

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