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Molnupiravir, la pillola anti-Covid potrebbe essere pericolosa

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Molnupiravir, la pillola anti-Covid potrebbe essere pericolosa

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martedì 09 Novembre 2021

Molnupiravir, la pillola anti-Covid, potrebbe produrre “nuove varianti" del virus, l’allarme lanciato dagli Usa, dove il farmaco è stato sviluppato 

Molnupiravir, la prima pillola anti-Covid ponta ad aiutare, se non rivoluzionare, la lotta al virus al fianco dei vaccini, potrebbe rivelarsi un effetto boomerang. Si perché, da un lato i “risultati eccezionali” fanno ben sperare, ma “l’uso senza ulteriori dati potrebbe potenziare la capacità di SARS-CoV-2 di mutare e creare nuove varianti”. Questo è quello che sostiene lo scienziato William A. Haseltine, noto per il suo rivoluzionario lavoro sull’HIV-AIDS e sul genoma umano che di recente ha twittato insieme ad un corposo articolo sulla rivista statunitense Forbes, le conseguenze all’uso per emergenza del farmaco, in molte parti del mondo.

La Gran Bretagna è stato il primo paese ad autorizzare l’antivirale. Qui, da alcuni giorni ormai, la pillola, può essere assunta dagli adulti positivi a Sars-CoV-2 che presentano almeno un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia grave.

E dopo il via libera dell’Agenzia regolatoria del farmaco britannica, anche l’Italia si attiva per rendere disponibile il farmaco in attesa dell’approvazione da parte dell’Ema.

Questa corsa all’approvazione del primo antivirale contro il Coronavirus in pillole, per due motivi. In primis per le sue caratteristiche, ovvero: la sua facilità di somministrazione, il basso costo, e nessuna particolare modalità di conservazione. Non meno importante, la necessità di un intervento immediato, insieme a quello dei vaccini con terze dosi, alla luce dell’aumento dei tassi di infezione e dei decessi (si parla ormai di “quarta ondata”, ndr) dovuti al Covid, in tutta l’Unione europea.

La posizione dell’Ema sul Molnupiravir, quando per l’ok in Italia?

Davanti all’aumento dei contagi, l’Agenzia europea del farmaco “fornirà raccomandazioni a livello Ue nel più breve tempo possibile per aiutare le autorità nazionali a decidere sul possibile uso precoce” del medicinale anti Covid per via orale molnupiravir prodotto dalla Merck “ad esempio, in contesti di emergenza”. Lo rende noto l’Ema precisando che la strategia è stata concordata insieme ai capi delle agenzie per i medicinali nazionali. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e il Ministero della Salute tratteranno, secondo quanto si apprende, in brevissimo tempo l’utilizzo in via emergenziale del medicinale anti Covid per via orale molnupiravir prodotto dalla Merck.

E in che modo verrà regolato l’utilizzo, e quindi la somministrazione della pillola anti-Covid? Sarà usata la medesima procedura già seguita con gli anticorpi monoclonali in febbraio. La decisione si avrà a breve, poiché l’Ema ritiene necessari “ulteriori orientamenti sui trattamenti per il Covid alla luce dell’aumento dei tassi di infezione e dei decessi”.

L’uso di massa di pillola Merk potrebbe non essere la mossa
giusta nella lotta al Covid

Dagli  Stati Uniti, dove Merck e Ridgeback Biotherapeutics hanno sviluppato il farmaco, arriva l’avvertimento di un illustre scienziato, William A. Haseltine, noto per il suo rivoluzionario lavoro sull’HIV-AIDS e sul genoma umano. Haseltine era professore alla Harvard Medical School dove ha fondato due dipartimenti di ricerca sul cancro e l’HIV. Lo scienziato, di recente ha twittato insieme ad un corposo articolo sulla rivista statunitense Forbes: “L’approvazione del Regno Unito di molnupiravir non tiene conto del rischio che questo farmaco potrebbe rappresentare per il mondo. Il monitoraggio rapido per l’uso senza ulteriori dati potrebbe potenziare la capacità di SARS-CoV-2 di mutare e creare nuove varianti”.

Nell’articolo, Haseltine
sostiene la sua tesi dichiarando: “A ottobre Merck ha annunciato che in uno
studio clinico globale, il molnupiravir ha ridotto i ricoveri e i decessi nei
pazienti Covid-19 di quasi il 50% . Il farmaco, somministrato due volte al
giorno per cinque giorni, da allora è stato acquistato alla rinfusa dai governi
di tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti.

Ma manca, dalle dichiarazioni ufficiali rilasciate dalle autorità di regolamentazione e dalle aziende farmaceutiche del Regno Unito, qualsiasi menzione dei potenziali effetti mutageni di molnupiravir sul virus stesso”.

Mutazioni imprevedibili del Coronavirus, “una nuova variante dominante dopo il Molnupiravir”

Ancora Haseltine dichiara: “La domanda non è solo se la mutagenesi sia pericolosa per coloro che ingeriscono la pillola. È un pericolo per l’intera popolazione mondiale e un evidente punto cieco per i comitati di revisione coinvolti. Molnupiravir – spiega lo scienziato – agisce inducendo il virus a utilizzare il farmaco per la replicazione, quindi inserendo errori nel codice genetico del virus una volta che la replicazione è in corso. Quando si verificano abbastanza errori di copia, il virus viene sostanzialmente eliminato, incapace di replicarsi ulteriormente. Se la pillola viene somministrata a milioni di persone, cosa che probabilmente accadrà, se questa autorizzazione è la prima di molte, potrebbe introdurre mutazioni nel virus stesso abbastanza significative da cambiare il funzionamento del virus, ma non così potenti da fermarlo dal replicarsi e diventare la successiva variante dominante.

Haseltine, “il Molnupuravir, dopo GB, l’uso di massa, sarebbe un grave errore”

A mio parere, – sostiene ancora Halsetine – il molnupiravir per l’uso di massa senza raccogliere ulteriori dati sul suo potenziale mutageno per il virus è un grave errore che potrebbe portare all’emergere di varianti sovralimentate più pericolose e pericolose per la vita di quelle a cui abbiamo assistito finora. Le aziende dietro il farmaco devono fornire dati sugli effetti della mutagenesi a dosi non ottimali nei modelli di primati e roditori. Come minimo, il virus dovrebbe essere accuratamente esaminato e caratterizzato nei pazienti Covid-19 che ricevono il trattamento per confrontare il tasso di mutazione con i pazienti che non sono in corso di trattamento”.

Haseltine si domanda, nell’articolo pubblicato nella rivista Forbes riguardo al farmaco anti-Covid: “L’autorizzazione del Regno Unito di molnupiravir è stata approvata sulla base della sua capacità di ridurre il rischio di ospedalizzazione e morte dei pazienti Covid-19. Quello che dobbiamo sapere prima di andare avanti, tuttavia, è il rischio di questo farmaco per il mondo.

“Alternative valide che sono almeno altrettanto efficaci, se non di più, nel trattamento dei sintomi precoci di Covid-19, in particolare gli anticorpi monoclonali, alcuni dei quali possono essere somministrati con semplici iniezioni sottocutanee. Ci sono molti altri farmaci che non presentano questo svantaggio che potrebbero essere approvati a breve”.

Conclude lo
scienziato: “Se dovessimo escogitare un metodo per creare virus più
trasmissibili e virulenti, approvare molnupiravir in tutto il mondo sarebbe uno
dei modi migliori che posso immaginare per farlo. Mentre concludiamo il nostro
secondo anno in cui viviamo una pandemia globale, questa è l’ultima cosa di cui
abbiamo bisogno”.

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