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Morte Aurora Maniscalco, la Polizia sente i familiari della povera hostess palermitana

Morte Aurora Maniscalco, la Polizia sente i familiari della povera hostess palermitana
Aurora Maniscalco

Il padre e le zie hanno consegnato lo smartphone della 24enne: un elemento utile per le indagini su una possibile istigazione al suicidio

La polizia ha ascoltato i familiari di Aurora Maniscalco, la giovane hostess morta a Vienna dopo essere caduta dall’abitazione al terzo piano dove abitava con il fidanzato. Il padre e le zie hanno consegnato lo smartphone della ventiquattrenne. Un elemento che potrebbe essere utile ai magistrati della procura che hanno avviato un’inchiesta per istigazione al suicidio.

Il fidanzato nel registro degli indagati

Nel registro degli indagati c’è il nome del fidanzato Elio Bargione. Un atto dovuto per permettergli di nominare i consulenti per l’autopsia sul corpo della hostess che sarà eseguita domani all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. Quando Aurora è precipitata dal balcone del terzo piano del suo appartamento era in casa con il fidanzato.

Le autorità austriache hanno archiviato il caso come suicidio

Secondo il ragazzo i due avrebbero discusso, poi lei si sarebbe lanciata nel vuoto. Le autorità austriache hanno chiuso il caso come suicidio. Una tesi che però non convince la famiglia della vittima, assistita dal legale Alberto Raffadale, che ha presentato due esposti chiedendo di approfondire la vicenda. Lo smartphone della ragazza è stato messo a disposizione degli agenti, non è stato sequestrato a Vienna ed è stato custodito dal ragazzo per ore.

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