Lutto nel mondo dell’Arma dei carabinieri: è morto, all’età di 91 anni, l’ex comandante del Ros dei carabinieri Antonio Subranni.
L’ex comandante è morto a Roma negli scorsi giorni, ma soltanto oggi ne è stata data notizia. Tra i primi a rendere nota la notizia della scomparsa del militare c’è il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri.
Morto Antonio Subranni, chi era
Nato a Termoli (Campobasso), una volta diventato ufficiale venne inviato in servizio a Palermo. Nel 1978 divenne comandante del Reparto operativo del comando provinciale dell’Arma palermitana: tra i suoi primi incarichi vi furono le indagini sulla morte di Peppino Impastato, prediligendo inizialmente l’ipotesi terroristica invece di quella mafiosa.
Il ROS – sotto il suo comando e con la guida del capitano Ultimo – catturò Totò Riina. Antonio Subranni è andato in congedo nel 1996. Nel corso della sua carriera è stato indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo per favoreggiamento della latitanza del boss Bernardo Provenzano e per presunti depistaggi durante le indagini su Impastato. Nel 2018 il gip avrebbe riconosciuto il depistaggio, ma dichiarando prescritto il reato di favoreggiamento. Noto anche il suo coinvolgimento nel processo sulla trattativa Stato-mafia, un capitolo chiuso di recente con l’assoluzione di Subranni e degli altri ex ufficiali indagati.
Il ricordo di Gasparri
Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, ha scritto in una nota: “Nei giorni scorsi si è spento il generale Antonio Subranni, dopo anni di sofferenze. Voglio esprimere vicinanza alla moglie, alla figlia Danila ed a tutta la famiglia. Ho conosciuto il generale Subranni e ne ho apprezzato sul campo il valore di autentico protagonista della lotta alla criminalità organizzata e ne ho constatato l’esempio di carabiniere integerrimo”.
“Per anni – commenta Gasparri- ha subìto un ingiusto processo da parte della magistratura di Palermo, che si è concluso con una assoluzione forse arrivata troppo tardi. E sono certo che anche il suo corpo ha subito le conseguenze di questa ingiusta aggressione giudiziaria. Mi scuso con la famiglia se rompo il loro ammirevole riserbo. Ma penso che qualcuno che ha conosciuto le vicende italiane debba pubblicamente rendere onore al generale Subranni, alla sua memoria e al suo esempio. Io ne ho sempre sostenuto l’azione, l’opera e anche durante le vicende giudiziarie ho sempre affermato la sua onestà, che solo troppo tardi le sentenze hanno accertato. Oggi c’è qualcuno che piange di dolore mentre qualcun altro forse deve piangere di vergogna”, conclude Gasparri.
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