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Musei in rete, pronta la svolta del turismo culturale siciliano firmata Anci Sicilia

Musei in rete, pronta la svolta del turismo culturale siciliano firmata Anci Sicilia
La presentazione del progetto

Servizi di alto livello per attrarre più visitatori e rilanciare il turismo culturale siciliano: consegnato il progetto targato Anci Sicilia.

Il progetto MIR, Musei in Rete, è pronto ed è stato consegnato – si potrebbe dire “chiavi in mano” – ai sindaci che hanno aderito all’ambiziosa idea dell’Associazione comuni siciliani di creare della regione un’unica rete museale con, in ogni piccolo museo, gli stessi servizi che siamo abituati a trovare nei musei di alto livello e con magari migliaia di visitatori al giorno. Una rivoluzione nell’approccio al turismo culturale, che non ha eguali nel resto d’Italia. Molte sono in effetti le reti museali, ma nessuna dei comuni di una regione. Quindi nessuna rete con numeri pari a quelli del progetto Anci Sicilia.

Il dato, in continuo aggiornamento, vede infatti – al giorno della presentazione dei servizi previsti dal progetto – già circa 230 musei su oltre 100 comuni che hanno deciso di aderire. E tra i più recenti “iscritti” al programma ci sono anche il Comune di Termini Imerese e quello di Palermo. Quest’ultimo, capoluogo di regione ed oltremodo ricco di attrazioni turistico culturali, al cui interno sono già presenti reti museali, ha deciso di entrare a far parte della Rete dei Musei dell’Anci come i pionieri del progetto: Alcamo, Caltabellotta, Geraci Siculo, Mirto, Santo Stefano di Camastra, Vizzini.

Cosa prevede il progetto Musei in Rete di Anci Sicilia

A poco più di un anno dalla presentazione del progetto, per la cui realizzazione sono stati impiegati fondi del Pnrr da bando apposito che ha consentito lo sviluppo tecnologico dell’idea, Anci Sicilia ha consegnato le chiavi per accedere alla partecipazione al sistema museale fatto di Qr Code, sistemi interattivi multilingue, interconnettività di rete museale e con i rispettivi territori. Inoltre, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con Aias per rendere più accessibile ai singoli enti locali i servizi di assistenza ai visitatori con disabilità dei musei.

Alvano (Anci Sicilia): “La rete è cresciuta molto”

“È cresciuta molto la Rete, sono cresciuti molto i musei che ne fanno parte, i Comuni che hanno aderito e anche i progetti che abbiamo sviluppato”, dice senza dissimulare la propria soddisfazione il segretario generale di Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano alla presentazione, a cui hanno partecipato oltre ad alcuni sindaci anche il direttore di ricerca esperto in marketing territoriale e turistico, Rossella Sucato, e l’esperto in digitalizzazione ed intelligenza artificiale Cesare Rozzisi.

“Grazie al progetto Musei in Rete stiamo veramente implementando una serie di servizi e strumenti e oggi a Villa Niscemi li stiamo raccontando – spiega il segretario di Anci Sicilia – presentandoli intanto ai sei ‘musei pilota’, ma l’obiettivo è coinvolgere tutti gli altri musei della rete”.

Dai buoni propositi ai risultati

L’Università di Palermo sta curando una pubblicazione ormai prossima alla stampa nella quale verrà raccolta e narrata l’esperienza del progetto Musei in Rete dalla sua genesi fino ai servizi messi in campo con il progetto avviato. Tra i servizi c’è anche una app, con sviluppo quasi definitivo, e l’insieme del progetto consentirà ai visitatori di ogni singolo museo siciliano aderente di entrare in un viaggio accompagnato da una dettagliata guida multimediale che a Villa Niscemi i primi sindaci hanno visto come far impiegare ai propri referenti museali e con quali contenuti arricchirla.

“Stiamo verificando sul campo come anche i grandi Comuni siano attenti”, dice Alvano riferendosi alle ultime due new entry tra le quali spicca il Comune di Palermo. “Si poteva pensare che da un certo punto di vista fossero autonomi – prosegue il segretario di Anci Sicilia – nella valorizzazione del proprio patrimonio e invece il meccanismo della Rete sta coinvolgendo tutti e credo che possa dare molto anche a quelle realtà che sono già consolidate dal punto di vista dei flussi turistici e della grande visibilità di cui già godono”.

All’inizio era un po’ scettico l’ingegnere Cesare Rozzisi, per sua stessa ammissione, perché “ogni ente locale è un mondo a se”. Ma Anci Sicilia ha creduto tanto nel progetto e ci aveva visto lungo, tanto da aver fatto cambiare idea anche al progettista della parte tecnica digitale. “La sfida più ardua del progetto sicuramente era tradurre un progetto complesso in azioni concrete, utili e facilmente utilizzabili dai musei, quindi dai sindaci”, spiega la dottoressa Rossella Sucato aggiungendo le ovvie ragioni della difficoltà nel back office del progetto: “Molto spesso si hanno dei buoni propositi, tante idee eccezionali, ma poi l’impatto sul territorio e l’utilità molto spesso non si raggiunge o si interrompe, perché magari si vogliono fare grandi progetti con poche risorse. In realtà, commisurare l’idea alla fattibilità ed alle risorse è stato l’elemento strategico di Anci Sicilia”.

Francesco Re è il primo cittadino di Santo Stefano di Camastra, uno dei comuni pionieri del progetto che ha subito compreso la potenzialità dell’idea dell’Associazione dei comuni siciliani ed ha aderito al progetto pilota. “Attraverso questo progetto, non solo c’è la possibilità di sviluppare sinergie finalizzate alla valorizzazione dell’enorme e variegato patrimonio culturale e museale di cui dispongono tanti Comuni siciliani, ma c’è anche la possibilità di sperimentare insieme – spiega al QdS il sindaco di Santo Stefano di Camastra – nuovi percorsi di attrattività turistica; noi facciamo già parte di una rete museale siciliana, che è quella delle Città delle ceramiche, ed anche di una rete nazionale ed internazionale sulle città delle ceramiche e quindi comprendiamo benissimo quello che è il valore della rete”.

La Sicilia è un enorme museo diffuso, attrattivo ma talvolta poco organizzato. Si parla di cultura, ma quella con cui si mangia – citando un noto dibattito da seconda Repubblica sulla cultura – e che produce Pil prezioso per i piccoli comuni siciliani sempre più orientati verso lo spopolamento. Questo sembra essere chiaro nella mente di Francesco Re, che infatti sottolinea questo aspetto chiave della rete: “Altra attività che sarà necessario mettere a fattor comune è la possibilità, attraverso la Rete dei Musei, di raccontare non solo il territorio e le sue bellezze ma anche di collegare alla stessa una rete attiva di ricettività turistica; quindi poter collegare la possibilità di usufruire di strutture alberghiere dedicate a prezzi convenzionati, strutture dedicate alla ristorazione, negozi dove poter acquistare prodotti tipici dell’artigianato locale”.

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