Musei siciliani, l'assessore Amata: "Dobbiamo volare alto" - QdS

Musei siciliani, l’assessore Amata: “Dobbiamo volare alto, serve migliorare numeri”

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Musei siciliani, l’assessore Amata: “Dobbiamo volare alto, serve migliorare numeri”

Redazione  |
sabato 07 Gennaio 2023

Il nuovo assessore regionale sulla situazione dei Musei siciliani, finora poco fruiti: "Dobbiamo essere creativi senza campanilismi, ecco cosa fare".

Nell’aprile del 2021 tra il Comitato italiano di Icom, organizzazione internazionale non governativa che si occupa di Musei, e l’assessorato regionale dei Beni culturali è stato stipulato un protocollo d’intesa i cui punti cardine, tra gli altri, sono il miglioramento degli standard dei Musei siciliani, la realizzazione di studi e ricerche mirate, l’adeguamento e la formazione del personale, ma anche la maggior valorizzazione e promozione.

“È stato aggiornato un documento – spiega il coordinatore regionale Icom Francesco Mannino – che già in passato era stato sottoscritto con obiettivi fissati nel triennio. Possiamo dare delle indicazioni frutto dalla nostra esperienza, ma il confronto, per vari motivi tra cui il Covid, non è stato molto intenso”.

Carenza organici nei Musei, serve attingere a competenze

Si dovrà riprendere quindi un’interlocuzione a cui il nuovo assessore Elvira Amata si è detta disponibile. Anche perché non sono di poco conto le criticità da affrontare, tra tutte la mancanza di professionisti. “È un dramma – conferma Mannino – che non ci siano direttori archeologi o storici dell’arte. Per dirigere Musei e aree archeologiche si opta per altre professioni. Il problema è che esiste, davanti a una carenza enorme di organici, un blocco delle assunzioni nel campo delle professioni museali e questo a fronte di eccellenti Università siciliane che producono una quantità impressionante di giovanissimi esperti e professionisti dei beni culturali. Una situazione surreale: ripetiamo che abbiamo un grande patrimonio e poi non ci collochiamo le persone brave che abbiamo formato investendo risorse, nelle Università”.

Una questione che l’assessore Amata vuole affrontare. “Mi serve un po’ di tempo – afferma – per approfondire le tante tematiche che interessano il comparto. Mi sono insediata da poco e non ho ancora il quadro completo. So che non appena manca un direttore di Parco o di Museo viene fatta una manifestazione d’interesse e viene scelta la professionalità migliore. Se non è così lo approfondirò, perché bisogna sempre dare spazio ai migliori, soprattutto in un settore come questo”.

“Presenza bassa in Sicilia, bisogna fare meglio”

L’obiettivo dell’assessore è esaminare le criticità esistenti negli organici non solo nei Dipartimenti ma anche negli uffici periferici. “Il patrimonio culturale – sostiene – credo che sia il vero motore della Sicilia, la sua principale industria, un motore a cui manca la benzina, quell’energia che viene dalle risorse umane. Bisogna attingere a una forza lavoro giovane, dinamica, che comprenda il nuovo sistema con i parametri dettati da direttive nazionali ed europee che puntano all’inclusività e accessibilità anche attraverso la digitalizzazione e le nuove tecnologie. Se vogliamo fare ripartire la Sicilia dobbiamo ripartire da qui”.

Amata parla di gestione manageriale del sistema e sui bassi numeri della fruizione dei Musei, è molto chiara: “Mi sembrano veramente ridicoli, impensabile vista la ricchezza di cui disponiamo. Occorre fare sistema, bisogna che le Soprintendenze interagiscono, mentre per quanto riguarda i Musei dobbiamo andare verso l’idea dei prestiti, arricchendo le nostre mostre e soprattutto facendo una comunicazione mirata per promuovere gli eventi che devono diventare attrattori capaci di innescare indotto e mettere in moto l’economia. Dobbiamo essere creativi senza campanilismi: bisogna volare alto. Saremo in sintonia con il collega Francesco Paolo Scarpinato (assessore al Turismo, ndr) perché non ci può essere un’offerta turistica se non c’è un’offerta di servizi, riunendo le forze e prendendo come riferimento le migliori esperienze, come quelle che hanno portato alla crescita della Puglia, possiamo rendere protagonisti non noi ma il nostro lavoro e la Sicilia”.

Altra questione da affrontare con urgenza, secondo Mannino, quella della partecipazione culturale: “Un indicatore – ha spiegato – cui fa riferimento l’Istat come punto chiave del benessere di una società. È quando le persone partecipano culturalmente prendendo come dato, insieme ad altri, la fruizione museale. La Sicilia è la regione con la più bassa partecipazione culturale. Influisce la condizione socio economica ma anche la mancanza di condizioni favorevoli messi a disposizione dai luoghi della cultura per attrarre i giovani: dalle attività didattiche mirate ai servizi con gli educatori museali”. Ci sono denaro, competenze professionali e tecnologie, ma come detto ci vuole una visione strategica che metta tutti questi ingredienti in una ricetta perfetta per i Musei siciliani del futuro.

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