Ripercorre la notte della strage del Bayesian in un interrogatorio con gli inquirenti il marinaio Matthew Griffiths, tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Termini Imerese sull’affondamento del veliero assieme al comandante James Cutfield e l’ufficiale di macchina Timothy Parker Eaton.
Per i tre indagati l’accusa è di naufragio e omicidio plurimo colposo.
Naufragio Bayesian, l’interrogatorio di Matthew Griffiths
Nel racconto fatto agli inquirenti e riportato dall’Ansa, il marinaio di guardia ha ripercorso l’intera notte della tragedia: “Per tutta la notte ho visto che la tempesta stava arrivando verso di noi. Non ho fatto troppa attenzione alla pressione barometrica perché dall’una non era cambiato più di tanto. Fino alle quattro non mi ero preoccupato”, ha confessato.
Griffiths rivela di aver svegliato il capitano James Cutfield intorno alle 4.10, arrivato “poco dopo”, quando il Bayesian “era ancora dritto”.
Il nodo dell’ora
La versione in questione non coinciderebbe – almeno per quanto riguarda gli orari – con la ricostruzione della Capitaneria di Porto e nel rapporto MAIB delle autorità britanniche. Il gps, infatti, avrebbe inviato il messaggio di affondamento del Bayesian alle 4.06; i testimoni e i superstiti, però, parlano delle 4.24.
“Quella barca era come una bimba”
Dopo aver visto anche un video relativo all’affondamento del Bayesian, il marinaio avrebbe aggiunto: “Per me la barca è come una bimba, è molto triste vedere come è andata”. Ammettendo le sue potenziali responsabilità, però, Griffiths ha sostenuto che la tragedia era inevitabile: “Potevo svegliare prima il comandante e chiudere i portelli di prua prima, ma non credo che la barca poteva salvarsi“.
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