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Il downburst, i 16 minuti di terrore e la tragedia: un anno fa il naufragio del Bayesian

Il downburst, i 16 minuti di terrore e la tragedia: un anno fa il naufragio del Bayesian
Naufragio del Bayesian al largo di Porticello – Palermo – vvf

Sette le vittime della tragedia al largo di Porticello. Ancora tante le domande senza risposta su quanto accaduto nella notte del 19 agosto.

La tempesta improvvisa, i 16 minuti di terrore e la tragedia. È trascorso un anno esatto dal naufragio del Bayesian, affondato nella notte tra il 18 e il 19 agosto a Porticello, in provincia di Palermo. Le immagini dello yacht di lusso, a bordo della quale viaggiavano 22 persone tra ospiti e membri dell’equipaggio, hanno fatto il giro del mondo, così come il nome delle sette vittime: il magnate Mike Lynch e la figlia Hannah, l’avvocato Chris Morvillo assieme alla moglie Nada, il presidente di Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e la moglie Judith, e il cuoco di bordo Recaldo Thomas (il primo a essere ritrovato).

Sette nomi, sette storie diverse ma un unico tragico destino, che dopo 12 mesi rimane ancora in parte avvolto nel mistero. Le operazioni di recupero del veliero si sono già svolte, ma nonostante ciò rimangono diverse domande senza risposta.

Naufragio del Bayesian, un anno dopo: le indagini

Sulla tragedia indaga la Procura di Termini Imerese (Palermo). Sono tre gli indagati, accusati di naufragio e omicidio plurimo colposo, e si tratta di tre membri dell’equipaggio: il comandante James Cutfield, l’ufficiale di macchina Timothy Parker Eaton e Matthew Griffiths.

Per tutti e tre l’accusa è di non aver svolto una serie di operazioni previste in caso di maltempo ed emergenza. Al comandante è contestato di non aver adottato “tempestivamente tutte le misure atte a fronteggiare la situazione di emergenza venutasi a creare” e di non aver avvertito per tempo i passeggeri del Bayesian del “pericolo dell’imminente naufragio”. A Griffiths e Eaton gli inquirenti contestano rispettivamente di non essersi accorti del peggioramento delle condizioni meteorologiche e dell’acqua che aveva invaso l’imbarcazione prima dell’affondamento. Mancate procedure che avrebbero contribuito a cagionare la morte di 7 persone.

I 16 minuti fatali, la ricostruzione

Secondo le prime ricostruzioni della tragedia e il tracciato AIS, il Bayesian sarebbe affondato in circa 16 minuti tra le 3.50 e le 4.05. A rivivere i momenti finali della tragedia è stato anche un rapporto del Marine Accident Investigation Branch (MAIB) dello scorso maggio, secondo il quale “venti di velocità superiore a 63,4 nodi risultavano sufficienti a far ribaltare il Bayesian“, considerando anche delle presunte vulnerabilità dello yacht sconosciute al proprietario del mezzo come all’equipaggio.

Il report del MAIB racconta anche i tentativi di salvataggio delle vittime del Bayesian. Di fronte all’improvviso peggioramento delle condizioni meteo, il capitano James Cutfield si sarebbe “preparato a manovrare la nave“; “Il Primo Ufficiale, il Direttore di Macchina e il Comandante hanno confermato che motori e pompe erano stati avviati e che il Bayesian era pronto a muoversi”.

L’improvviso aumento dell’intensità del vento, però, avrebbe fatto inclinare il Bayesian a 90 gradi a dritta – in meno di 15 secondi – e fatto cadere sul ponte dell’imbarcazione “persone, mobili e oggetti sparsi”. Alcuni avrebbero usato perfino pezzi di mobili come “scala improvvisata” per tentare la fuga prima del capovolgimento dello yacht.

Una serie di domande senza risposta

Sulla tragedia del Bayesian, un anno dopo, rimangono delle domande. In una recente relazione consegnata alla Procura dalla Guardia Costiera, un agente marittimo di Palermo avrebbe dichiarato di aver suggerito al comandante di ormeggiarsi nella banchina privata di Marina di Villa Igiea a Palermo per ripararsi dal maltempo; tuttavia, Cutfield avrebbe deciso di andare verso Porticello. Nella relazione della Guardia Costiera emergerebbero ulteriori ipotesi di errori da pare dell’equipaggio.

Accanto all’indagine della Procura di Termini Imerese c’è anche quella britannica, condotta dalla già citata Marine Accident Investigation Brand (Maib). Rimane poi aperto il nodo dei risarcimenti, che dovrebbero ammontare ad almeno 400 milioni secondo una prima stima.

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