Nel 2011 Berlusconi si dimise. Lo Spread-dinamite incombe sull’Italia - QdS

Nel 2011 Berlusconi si dimise. Lo Spread-dinamite incombe sull’Italia

Carlo Alberto Tregua

Nel 2011 Berlusconi si dimise. Lo Spread-dinamite incombe sull’Italia

giovedì 19 Marzo 2020

Ricordiamo la vicenda del 2011. è il 4 gennaio, lo Spread è a 173 punti e galleggia fino a luglio quando supera quota 225. Ma già il 3 agosto, la brutta bestia guadagna posizioni e supera la soglia pericolosa di 300 punti attestandosi, intorno al 5 agosto, a 390 punti. Ma ancora non si ferma. Continua a salire e nell’arco di poco più di tre mesi (9 novembre) va a raggiungere la vetta impensabile ed insostenibile di 575 punti.
Dopo due giorni, il presidente del Consiglio dell’epoca, Silvio Berlusconi, rimette il mandato nelle mani dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Voci dal sottobosco fecero sapere che si era trattato di una manovra internazionale per destituire il Cavaliere. Immediatamente dopo, lo stesso Presidente della Repubblica nomina senatore a vita il professore Mario Monti e gli affida l’incarico di presidente del Consiglio. Quel Governo chiuderà nel 2013.
L’8 gennaio, il Quotidiano di Sicilia pubblica il primo forum di Mario Monti, concesso in anteprima al nostro giornale.
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Perché vi abbiamo narrato questo precedente di nove anni fa? Perché è noto a tutti che il superamento della soglia di 300 punti base (ricordiamo la differenza di interesse fra i Bund italiani e i Bund tedeschi) può essere il preludio di una rapida ascesa verso i 400 punti e, in modo ancora più rapido, il superamento dei 500 punti, il che significa il fallimento del Paese.
Allora il presidente Monti fu costretto ad una serie di riforme strutturali, fra cui quella benemerita delle pensioni, per ricondurre i conti in un alveo di accettabile sostenibilità. Poi, però, la bassa politica riprese il sopravvento, il professore si dimise e l’allegra finanza ricominciò il suo deleterio comportamento.
Oggi, il virus Corona ha messo a nudo la pochezza di questa classe politica di maggioranza e di opposizione, unita dall’inutile schermaglia su questioni secondarie, ma totalmente assente sulla questione principale che riguarda insieme crescita, occupazione ed evasione fiscale.
Ed è proprio questa pochezza che, in una vicenda difficile come questa, dimostra tutto il suo lato debole.
Il presidente del Consiglio improvvisato, Giuseppe Conte, e la sua scalcagnata maggioranza, ha peccato per difetto all’inizio, quando non ha blindato la Lombardia e le 14 province attorno, in modo che nessuno, ma proprio nessuno, entrasse ed uscisse.
Quando i buoi erano scappati ha fatto chiudere i cancelli, ma ormai la propagazione in tutto il Paese del maledetto era già avvenuta.
A questo punto il Governo ha proceduto ad emettere provvedimenti di segno opposto chiudendo il Paese e distruggendone economicamente la parte più debole, che è il Mezzogiorno.
Ogni colpa si paga. Ieri mattina il mercato ha dato un primo segnale di condanna: lo spread è saltato a 325 punti, ridimensionandosi nel corso della giornata a 267.
Da oggi comincia la scommessa, questa sì, virale: lo Spread ritorna nell’alveo dei 200 punti, ovvero schizza verso i 400 e poi, come accadde nove anni fa, il passo a 500 ed oltre è quasi automatico.
Di fronte a questo quadro, il governo Conte è del tutto impotente.
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è inutile raccomandarsi ai santi o addirittura al Padre-eterno, commettendo peccato (non nominare il nome di Dio invano). Egli l’ha detto a chiare lettere, non si occupa delle questioni terrene, ha dotato l’umanità di libero arbitrio, le ha spiegato che cosa è bene e cosa è male ammonendo che il suo giudizio sarà giusto una volta che il corpo di ogni persona avrà cessato di vivere.
Inoltre, l’Altissimo ha spiegato sempre chiaramente che Egli non si occupa o preoccupa di tutto ciò che avviene in questa Terra, quindi sono del tutto inutili le preghiere di vario genere, anche perché inducono i più deboli a credere cose che non sono vere.
Tornando a Conte: è in bilico, alla mercé dei mercati internazionali e dei grandi fondi finanziari che potrebbero decidere di puntare sulla debolezza della classe politica italiana per sferrare un colpo micidiale alle già debilitate finanze nostrane.
I prossimi giorni saranno in tal senso decisivi. Senza fare catastrofismi, auguriamoci il meglio!

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