Il ministro Musumeci: "La Apostolico non è l'unica attiva in politica"

L’affermazione spiazzante di Musumeci: “La giudice Apostolico non è la sola a fare politica”

Filippo Calascibetta

L’affermazione spiazzante di Musumeci: “La giudice Apostolico non è la sola a fare politica”

Redazione  |
domenica 08 Ottobre 2023

Il ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha detto la sua sulla vicenda della giudice Aspotolico e ha parlato di altro in occasione della convention di Fratelli d'Italia a Brucoli

“Mi richiamo alle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ogni volta che incontra i magistrati richiama ognuno alla sobrietà del proprio compito e della propria condotta. Se un uomo politico passeggia in paese a braccetto con un mafioso non commette un reato, ma certamente proietta un’immagine negativa della buona politica. Bene, se un magistrato partecipa ad una manifestazione di parte, con tante bandiere di parte, in un corteo in cui si dice ‘assassino’ al poliziotto, io mi chiedo: all’indomani, quando il magistrato torna al Palazzo di giustizia quale credibilità può avere?”. Lo ha detto il ministro della Protezione civile Nello Musumeci parlando a margine della convention di Fratelli d’Italia a Brucoli (Siracusa), in merito alla vicenda della giudice Iolanda Apostolico.

“Ecco perché io non reclamo dimissioni, credo che la magistratura abbia organi di autogoverno sufficienti per potere intervenire. Il sindacato dei magistrati che reclama il diritto alla privacy di un magistrato appare assolutamente patetico. La privacy si vive tra le mura domestiche e non in un pubblico corteo – dice – E un magistrato a un pubblico corteo non deve partecipare”. Alla domanda se il Csm debba intervenire dice? “Esistono organi di autogoverno, non sono io a dover dire cosa fare in casa altrui certamente mi sembra difficile difendere il ruolo di un magistrato che alimenta pregiudizi e che ha fatto scelte politiche che ostenta, sulle cui scelte poi è chiamata decidere”.

Il problema dei giudici politicizzati e “attivisti”

“Fra i magistrati catanesi la giudice Apostolico non è la sola a fare politica, questo è un altro tema di cui ci occuperemo in altra sede”. Ha puntualizzato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, a Brucoli, a margine del convegno sul turismo organizzato da Fratelli d’Italia, tornando sul caso della giudice Apostolico di Catania.

Alla domanda a chi faccia riferimento, spiega: “Non lo posso dire ma si tratta di un magistrato che negli ultimi anni si è divertito ad utilizzare i propri pregiudizi di uomo di sinistra per attaccare esponenti della Destra – dice -. Naturalmente qui nessuno reclama il diritto alla salvaguardia della propria dignità, perché non sarà certo questo tentativo a inficiare la dignità di ognuno di noi. Voglio solo dire che tra tanti magistrati seri, anche di Sinistra, che mantengono una condotta responsabile c’è qualche politicizzato che non meriterebbe la solidarietà della gente responsabile e perbene. Non mi fate dire altro perché altrimenti roviniamo la giornata”. Poi aggiunge: “È un giudice che fa servizio a Catania, e non è il solo…”.

Nello Musumeci commenta la situazione della Sicilia

“Noi non siamo il governo precedente, noi siamo il governo di destra- centro, che ha governato per 5 anni la Sicilia prima che arrivasse il governo di centrodestra. Chiamiamo le cose con il loro nome, quindi quando parliamo dei 5 anni del governo Musumeci non diciamo il governo precedente ma diciamo con orgoglio il governo di destra-centro, il governo del quale ora il governo in carica coglie tutte le opportunità”. A dirlo è il ministro per le Politiche del mare Nello Musumeci rivolgendosi, nel suo intervento alla convention di Fdi a Brucoli (Siracusa), all’assessore ai beni culturali della Regione siciliana Francesco Scarpinato, seduto in prima fila.

Continuando sull’Isola e dunque in ottica Meridione, ecco cosa ha detto il ministro della Protezione civile: “Il Sud non deve inseguire miracoli, ha tutte le potenzialità. Dobbiamo superare la logica della questione meridionale e lo dice un meridionale, per molti è stato un alibi. Il Sud non è una questione meridionale – dice – è una questione nazionale perché il sistema Italia senza un Sud capace di trainare l’economia non va da nessuna parte, cosi come il Nord senza un Sud cresciuto rimane azzoppato”.

“Un compito da affidare a un progetto d’area vasta è quello di ripristinare le Province che il centrosinistra ha massacrato e delegittimato lasciando i sindaci in una desolante solitudine” conclude riferendosi ai territori.

L’immigrazione e il caro voli

“Uno dei temi che bisogna affrontare e risolvere, non a Roma, ma a Bruxelles. Noi abbiamo bisogno di puntare sul collegamento aereo non solo per il fenomeno turistico che potrebbe vederci il primo polo attrattivo del Mediterraneo ma intanto per la gente che vive in Sicilia o in Sicilia deve recarsi per ragioni di lavoro. Questo vale anche per la Sardegna. Purtroppo manca una seria politica europea a sostegno delle tratte sociali. Nessuno vuol viaggiare in Sicilia gratis, ma non è nemmeno possibile legittimare che il costo di un biglietto aereo da Catania a Milano debba costare più di un Roma-New York. E a Milano non si va per fare shopping, ma per motivi di salute o esigenze di carattere familiare”. Lo ha detto il ministro Nello Musumeci parlando del caro voli, a margine della kermesse di Fdi a Brucoli, nel Siracusano.

“Credo che su questo tema ci sia da parte del governo tanta buona volontà, naturalmente senza rompere con le compagnie di bandiera ma nemmeno senza consentire che ognuno si comporti da pirata, a cominciare dalla nostra compagnia”.

“Il blocco delle partenze va determinato con accordi bilaterali con i paesi di partenza, l’Italia ha bisogno di 400 mila unità lavorative dice Confindustria. Abbiamo bisogno di forza lavoro, allora perché non consentire ai migranti, che scappano dai loro paesi per guerra, persecuzioni o carestia, di arrivare in Italia regolarmente sottraendoli alla mafia degli scafisti?”.

“Perché devono pagare 6-8-10 mila euro a quei delinquenti anziché accedere regolarmente in Italia, e non solo, e costituire un contributo di lavoro? È un obiettivo semplice e chiaro”.

“Siamo convinti che gli accordi con la Tunisia e con Libia, se si dovesse stabilizzare il quadro politico in quel paese, potrebbero consentire all’Europa di fare di questa disperazione un’opportunità, ovviamente a patto che si rispettino le nostre regole e leggi. Allora saranno i benvenuti ma nessuno può pensare di venire in Italia per delinquere”, ha concluso.

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