No vax in Sicilia, "Le 3 categorie dei male informati, radical chic e ostili" - QdS

No vax in Sicilia, “Le 3 categorie dei male informati, radical chic e ostili”

No vax in Sicilia, “Le 3 categorie dei male informati, radical chic e ostili”

Giuseppe Lazzaro Danzuso  |
domenica 27 Febbraio 2022

Il prof. Bruno Cacopardo spiega i profili delle tre categorie di "no vax" in Sicilia che ancora non hanno completato il ciclo vaccinale.

Il prof. Bruno Cacopardo è, tra i medici siciliani, uno di quelli che ha combattuto in prima linea la guerra contro il Covid. Primario infettivologo dell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania, fa parte del Comitato tecnico scientifico regionale ed è membro della commissione che concede l’esenzione dai vaccini.
È lui a rivelarci che in un’area come quella della provincia di Catania il 30-35% della popolazione o non si è vaccinata o – ma di questi parleremo in seguito – non ha fatto un ciclo vaccinale completo.

Parliamo di un numero di persone molto grande: circa 150.000. E tra questi i cosiddetti no vax, che il medico suddivide in tre grandi categorie: male informati, radical chic e ostili.

I male informati

“I primi – spiega – rappresentano più della metà dei non vaccinati e per loro si potrebbe fare molto. Essi non hanno cultura di base, non vanno dal medico, non seguono i media. Ricevono informazioni solo parlando con chi ha avuto una qualche esperienza diretta del vaccino: negozianti, vicini di casa, parenti”.
Dutturi, mi dissiru ca ‘stu vaccinu è ‘na purcaria – racconta – è la frase che sentiamo ripetere più di frequente. E siccome queste persone in un quartiere come Librino rappresentano l’80% della popolazione, per loro si potrebbe fare moltissimo sfruttando un sistema di informazione di prossimità che fornisca notizie comprensibili, alla loro portata. Una rete di patronati, parrocchie persino partiti politici presenti sul territorio”.

Ci sono poi i radical chic, che, secondo il medico, nella provincia etnea rappresentano circa il 30% dei no vax

“Sono – sottolinea – persone convinte di avere contatti diretti con il divino: alternativi, esoterici, trascendenti, illuminati. Alcuni sono addirittura medici che ritengono nociva la scienza ufficiale, salvo poi aggrapparvisi quando devono curarsi da qualche patologia seria. Parlo di omeopati, agopuntori, pranoterapeuti e chi più ne ha più ne metta. Tutti convinti che la guarigione passi da un’energia che attraversa l’Universo e che bisogna cogliere senza interferenze farmacologiche”.

Il prof. Cacopardo spiega che costoro hanno anche sviluppato una terminologia dedicata sulla pandemia: vaccinarsi è pungersi, il vaccino è l’inoculo, il siero.
“Al contrario del precedente – afferma – questo gruppo di no vax non è convertibile e qui ritroviamo i battaglieri, che sui social hanno trovato un’inaspettata ribalta e interpretano il ruolo dell’eroe o dell’eroina. In genere sostengono che dal virus ci si difende con un mix di buona alimentazione, attività sportiva, assunzione di integratori e contatto con la natura. Uno di questi gruppi, ad esempio, propugna l’efficacia antivirale dell’esposizione del sedere ai raggi solari”.

“Ma bisogna dire chiaramente – conclude – che se una vita sana consente di godere di una buona salute, contro il Covid l’immunità dev’essere specifica, rivolta contro gli antigeni del virus. Con gli anticorpi creati con la vaccinazione. E stupisce la sicumera di taluni medici in pensione che pontificato criticando dal divano di casa l’operato dei colleghi in attività. Molti di costoro rivendicano la taumaturgica paternità di trattamenti miracolosi con percentuali di guarigione soprannaturali”.

Il terzo gruppo è quello degli ostili, zoccolo duro dell’opposizione al vaccino

“L’ostilità – spiega Cacopardo – non è fondata su ragioni mediche ma politiche. Gli ostili rifiutano tutto ciò che proviene da istituzioni che essi non accettano. Hanno negato il virus con manifestazioni di piazza, violato il lockdown, bollato le mascherine come museruole, diffuso la bufala che con il vaccino viene inoculato un microchip. E poiché sui social, qualunque sciocchezza si dica, c’è chi è pronto a darti retta…”.

Infine ci sono coloro i quali hanno effettuato un ciclo vaccinale incompleto, interrompendolo “per l’insorgere di eventi avversi giudicati intollerabili ma prevalentemente soggettivi, ossia non confermati da esami”.
“Tra i vaccinati – ricorda Cacopardo – il 20% non completa il ciclo. E lamenta, dopo la prima dose, tachicardia, cardiopalmo, parestesia, ossia formicolio. E ancora insonnia, dolore retrosternale, vertigini, cefalee, senso di bruciore alla testa e ai piedi. Ma se effettui indagini specifiche, non risulta nulla. Perché i sintomi, nella stragrande maggioranza dei casi, sono creati dalla psiche del vaccinato, che però sospende il ciclo con i danni che sono sotto gli occhi di tutti”.
“E quando – conclude – ho proposto loro di avvalersi di un’assistenza psicologica, si sono risentiti profondamente.

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