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Non ci resta che Lula

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Non ci resta che Lula

Giovanni Pizzo  |
lunedì 31 Ottobre 2022

In occasione del prossimo congresso del PD ci vorrebbe un ex sindacalista come Lula, che parli con cognizione di causa di lavoro.

Al congresso del PD che si celebrerà a Marzo ci vorrebbe una svolta brasiliana.

C’è voglia di Lula nel PD. La razionale tendenza riformista e liberale non infiamma i cuori, parlare di terza via sa di Blair che assomiglia pericolosamente a Renzi, l’unica fiammella che può fare vendere qualche piadina alla prossima festa dell’Unità sarebbe la nascita della corrente brasileira.

Ci vuole qualcuno che sappia fare ballare il disco Inferno della sinistra italiana, che senta il ritmo del comunismo nel sangue, pur non disdegnando Brigitte Bardot Bardot. Soprattutto ora dopo che il governo ha proibito il ballo, come in Footloose, c’è voglia di resistenza Samba.

Ma per interpretare la Ginga ci vorrebbe un Socrates, un leader terzomondista dal sapore autentico, antico, soprattutto per battere il posticcio sudamericanismo del novello Che Guevara Conte, che ruba i voti nello stesso campo.

Ci vorrebbe un sub comandante vero, che puzzi di Chapas, che abbia vissuto il ‘68, l’amore libero, la contestazione studentesca e soprattutto ne capisca di quella cosa dell’altro secolo che sembra oggi così vintage. La Classe Operaia. Che magari abbia letto Marx, non Groucho possibilmente, che però sappia parlare anche ai salotti dove si aggirano orfane e dimesse le Boldrini e le Cirinnà.

Ci vorrebbe uno con la faccia da metalmeccanico alla Cipputi, con gli occhiali da presbite per leggere il Manifesto, e con una sciarpetta di cachemire per il freddo dei sondaggi. L’ex compagno Bonaccini è troppo pragmatico ed emiliano, l’altro Emiliano ci ha già provato, e poi il giustizialismo non tira più dopo Palamara.

E la Schlein? Una nativa digitale, tutta diritti civili e basta, come può far resuscitare il gabbiano che si era rattrappito anche nei sogni. Ci vuole qualcuno che abbia letto Parlato e Castellina, che conoscesse Lucio Magri, che sia nato durante la guerra ed abbia capito la lezione di Togliatti, di Di Vittorio e di Lama, ci vorrebbe un ex sindacalista come Lula, che parli con cognizione di causa di lavoro, prima che scompaia.

Un solo uomo ha queste caratteristiche, come Melenchon o Sanders. Per il PD ci vuole il compagno Fausto Bertinotti. Hasta la victoria siempre.

Cosi è se vi pare.

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