Non è manco tornato - QdS

Non è manco tornato

Antonino Lo Re

Non è manco tornato

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 21 Settembre 2022

È questa l’Italia? L’Italia di Dante e Petrarca, di Galilei e Pirandello, di De Gasperi e Spinelli?

Se il Massimo Popolizio che interpreta Benito Mussolini, precipitato sulla terra ai giorni nostri, distratti e un po’ trucidi, nel film “Sono tornato”, fosse andato al raduno elettorale di Giorgia Meloni in Piazza Politeama a Palermo l’altro giorno, sarebbe rimasto probabilmente deluso. A parte la scaramouche con le forze dell’ordine di alcuni contestatori, soverchiate da un cordone sanitario di polizia abnorme, unica cosa che ha interessato a certa stampa, cosa si è detto in quel comizio? Quale visione della società, quale manifesto ideologico, quale piattaforma culturale pensata è propalata da quel palco? Parafrasando Nanni Moratti ma qualcosa di autenticamente di destra vera è stata detta? Ma non c’è un mezzo Ezra Pound, o almeno tre quarti di Marcello Veneziani a fare il Ghost writer?

Di fatto in un’ottantina d’anni siamo passati da “Spezzeremo le reni alla Grecia” a “Europa è finita la pacchia”. Da un gergo militare, con aerei di cartone, a un lessico finanziario da ragioniere tedesco. Certo i totem, gli slogan alla Dio, Patria e famiglia ci sono, ma poi? C’è un manifesto marinettiano che dipinga il Futuro? C’è una Fiume su cui volare ed elegie dannunziane che scaldino i cuori?

Non c’è nulla di ciò per cui smettiamola di parlare di fascismo, una corrente emotiva che seppur nata in italietta portava in piazza onde di popolo di ben altro tenore. Tutto sembra oggi, seppur nel volteggio danzante dei sondaggi, vacuo e orbo di spirito. Più che cacciabombardieri da blocco navale sa tutto di mongolfiere piene di elio. La politica italiana dal 40% di Renzi, massimo risultato politico, mi ha ricordato ieri un barman srilankese appassionato ed erudito di politica italiana, è passata al 33% di Di Maio, al 35 di Salvini ed oggi al probabile 25 di Giorgia.

Tutto spesso, quasi sempre, vuoto di substrato politico, di approfondimento ideologico, tanto Instagram, ed oggi con punte geriatriche di tik tok. Ma chi è Grandi, chi Croce, chi il Vate in questo contesto? Nessuno, solo Giorgia, sempre Giorgia, indefinitamente Giorgia. Ragazza tostissima attenzione, brava davvero, volgarmente sfottuta a sinistra per origini popolari, quelle che hanno perso loro, passando da Coccia di Morto a Sabaudia, ma poi? Oltre a Giorgia che c’è? Sembra un 45 giri solo con il lato A, senza un LP che descriva una stagione o almeno uno stato d’animo. Ma la dicono qualcosa di destra?  A parte votare Orban, che mi sembra con tutto il rispetto un magiaro da panna acida, non certo un Ferenc, Molnar o  Kormendi.

A me più che il fascismo, inesistente, spaventa il vuoto di idee. Certo Mein Kampf faceva paura, ma un pieghevole, che ho letto, me ne fa di più. Quattro parole mal scritte, figlie di un’era povera culturalmente senz’altro, ma non così.

È questa l’Italia? L’Italia di Dante e Petrarca, di Galilei e Pirandello, di De Gasperi e Spinelli? Perfino Almirante se ne sarebbe andato deluso l’altro giorno, ancor più di Popolizio Benito.

Cosi è se vi pare.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017