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Novità per la tredicesima, c’è l’ipotesi detassazione: cosa può cambiare

Novità per la tredicesima, c’è l’ipotesi detassazione: cosa può cambiare
Foto di Markus Spiske da Unsplash, di repertorio

Tra le novità più importanti su cui sta lavorando la maggioranza per la Manovra c’è anche l’ipotesi di detassazione delle tredicesime

Tra le novità più importanti su cui sta lavorando la maggioranza e che potrebbero essere presenti nella prossima Manovra c’è anche l’ipotesi di detassazione delle tredicesime, voluta da Forza Italia: un modo per stimolare i consumi e dare nuovo slancio al reddito delle famiglie appartenenti al ceto medio.

Cos’è la tredicesima

Per milioni di lavoratori italiani, la tredicesima rappresenta un appuntamento immancabile a fine anno, in particolare per chi è impiegato con contratto a tempo indeterminato, sia nel settore pubblico che in quello privato. Questa retribuzione aggiuntiva, corrisposta nel mese di dicembre, è soggetta alla stessa tassazione del normale stipendio: vengono infatti applicati i contributi previdenziali e l’Irpef secondo le aliquote vigenti. A differenza delle mensilità ordinarie, la tredicesima non beneficia delle detrazioni per lavoro dipendente, poiché tali agevolazioni vengono già distribuite nel corso dell’anno, in misura pari a un dodicesimo al mese.

Hanno diritto alla tredicesima tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che di quello privato, oltre ai pensionati. Ne restano invece esclusi i lavoratori autonomi. L’importo viene determinato dividendo la retribuzione lorda annuale in tredici quote: 12 corrispondono agli stipendi mensili e la tredicesima rappresenta appunto la gratifica di fine anno. Senza le classiche detrazioni la tredicesima è difatti più tassata rispetto alle altre mensilità, a cominciare dall’Irpef, che nel 2025 è divisa in tre scaglioni, il 23%, il 35% e il 43%. A queste aliquote si sommano i contributi previdenziali a carico del dipendente, che ammontano mediamente al 9,19% della retribuzione lorda. Il risultato è che la tredicesima risulta più “leggera” rispetto alle mensilità ordinarie, pur derivando dalla stessa base imponibile

Come riporta Il Messaggero, secondo le intenzioni del segretario di Forza Italia, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, l’esecutivo potrebbe prendere in considerazione, durante la prossima Manovra, un intervento mirato a ridurre la pressione fiscale sulla tredicesima mensilità. Tra le opzioni allo studio figurano sia una totale esenzione dall’Irpef, sia l’applicazione di un’imposta sostitutiva agevolata, modellata sull’aliquota ridotta del 10% già prevista per i premi di produttività. Si tratta, comunque, di ipotesi ancora in fase di valutazione, la cui realizzazione dipenderà dalla disponibilità delle necessarie coperture economiche,

Le ipotesi attualmente in campo

Due le prospettive sulle quali sta attualmente ragionando la maggioranza:

  • Esenzione completa dall’Irpef: in questo scenario, la tredicesima subirebbe soltanto la trattenuta dei contributi previdenziali, generando per i dipendenti un guadagno netto equivalente all’intera quota di Irpef oggi sottratta;
  • Imposta sostitutiva del 10%: opzione più cauta ma comunque favorevole, che prevederebbe l’applicazione di una tassa fissa del 10% sulla gratifica natalizia, analoga a quella in vigore per straordinari e bonus, con un beneficio fiscale rispetto alle aliquote ordinarie

L’abbassamento dell’Irpef

A ciò va aggiunta anche il possibile taglio dell’aliquota intermedia Irpef dal 35% al 33% (sembra perdere quota la possibilità di estendere questo scaglione agevolato fino a 60 mila euro di reddito)

Le simulazioni

A oggi, date queste regole, il guadagno netto aggiuntivo coincide, in sostanza, con l’importo dell’Irpef attualmente versata sulla tredicesima. Di seguito alcune stime indicative, calcolate in base al Reddito Annuo Lordo (RAL) e all’ipotesi di esenzione totale o di imposta sostitutiva al 10%, riportate da Italia Oggi:

  • RAL 20 mila euro: +321 euro con esenzione completa; +182 euro con imposta al 10%;
  • RAL 28 mila euro: +450 euro (esenzione); +254 euro (10%);
  • RAL 35 mila euro: +856 euro (esenzione); +611 euro (10%);
  • RAL 50 mila euro: +1.222 euro (esenzione); +873 euro (10%);
  • RAL 60 mila euro: +1.802 euro (esenzione); +1.383 euro (10%)

La riduzione dell’aliquota Irpef

A questo scenario si aggiunge una possibile riduzione dell’aliquota intermedia Irpef dal 35% al 33%, con l’estensione della soglia fino ai 60 mila euro annui: in questo caso l’impatto sulla sola tredicesima risulterebbe più limitato per i redditi compresi tra 28 e mila euro (che si vedrebbero riconosciuto un beneficio stimato tra i 50 e i 70 euro) ma decisamente più rilevante per chi guadagna 60 mila euro, che vedrebbe l’aliquota sulla gratifica di dicembre scendere dal 43% al 33% e l’incremento salire a 419 euro.

L’impatto sui conti pubblici

Per avere un’idea dell’impatto sui conti pubblici, è utile guardare ai dati del 2024: secondo le stime della CGIA di Mestre, le tredicesime hanno complessivamente movimentato circa 59,3 miliardi di euro lordi, generando 14,5 miliardi di gettito Irpef. Questo rappresenta, in linea di massima, l’ammontare delle entrate fiscali a cui lo Stato rinuncerebbe in caso di azzeramento totale dell’Irpef sulla gratifica natalizia. Naturalmente, l’effettivo costo per l’erario dipenderebbe dall’architettura finale della misura, ossia dall’eventuale applicazione di un’imposta sostitutiva, da eventuali soglie di reddito o dalla platea dei beneficiari coinvolti.

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