Il progetto in quattro mosse dell’Autorità portuale di Sistema della Sicilia Occidentale. unisia, Egitto e Algeria sono i paesi target per mettere in piedi un nuovo business
TRAPANI – La carte parlano di una manifestazione d’interesse. Dell’obiettivo di realizzare un “sistema di trans-shipment per merce che viaggia su semirimorchio”. Di servizi Ro-Ro e Ro-Pax. Anche di analisi “dei flussi di merce fra i Paesi del Maghreb ed i Paesi europei che possono insistere sui porti italiani”.
Le carte parlano del porto di Trapani. Sono quelle dell’Autorità Portuale di Sistema della Sicilia Occidentale e portano la firma del suo presidente, Pasqualino Monti.
Carte che sono sul tavolo del sindaco del capoluogo Giacomo Tranchida e che chiedono di poter utilizzare 5 dei 25 ettari di un’area strategica – nella frazione di Milo – perché “logisticamente locata in un punto ottimale per un utilizzo ai fini delle funzioni portuali, poiché è limitrofa al raccordo autostradale”. Perché è “a circa 7,5 chilometri dal molo Isolella ed è collegata al porto dalla dorsale Zir”. E perché le strade di collegamento “sono adeguate al traffico pesante”.
Le carte sul tavolo del primo cittadino sono frutto e sintesi di uno studio commissionato dall’Autorità Portuale. È stata presa in considerazione l’offerta attuale di servizi Ro-Ro e Ro-Pax (passeggeri) fra i principali porti del Mediterraneo. E sono stati ipotizzati nuovi scenari commerciali, con un dato di partenza: “I flussi che potrebbero interessare la Sicilia risultano essere pari a circa 13 milioni di tonnellate annue, con un battente mensile di 400 mila tonnellate nella direzione sud-nord e di 300 mila in quella nord-sud”.
Paesi target per mettere su un nuovo business: Tunisia ed Algeria, ma anche Egitto, che non ha alcun collegamento Ro-Pax ed uno solo Ro-Ro ad Alessandria d’Egitto. Da qui, Trapani ed il suo porto come nuovo hub di settore. Le carte dell’Autorità Portuale delineano la strategia, quella di “dotare la zona d’attracco di un’area retro-portuale in cui far confluire i mezzi per lo stoccaggio, il controllo e la redistribuzione. Ed al tal fine la primaria esigenza infrastrutturale consiste nella necessità di avere a disposizione un’area di parcheggio ove fermare ed organizzare i semirimorchi giunti dalla diverse destinazioni ed imbarco verso le destinazioni maghrebine, o viceversa”.
Un progetto in quattro mosse, o meglio, con quattro poli. Quello direzionale per gli uffici amministrativi delle imprese. Un altro di stoccaggio, da destinare “alle unità di carico in attesa di essere movimentate per il trasporto verso la destinazione finale”. Il polo logistico necessario “alle operazioni di raccolta, distribuzione e stoccaggio delle merci”.
Ed infine il polo intermodale, “sede di un terminal per i servizi di scambio tra la modalità stradale e quella portuale”. Del resto il Piano regolatore generale della città indica la zona in questione con la destinazione d’uso di “area intermodale, autoporto ed interporto, e centro intermodale merci”. Il mercato c’è, ma va affrontato con un progetto innovativo.
L’Autorità Portuale ha messo in campo energie e soluzioni ed è pronta a giocarsi tutte le sue carte per dare una nuova chance al porto trapanese. Un nuovo tassello in una programmazione di sistema – l’Autorità si occupa anche dei porti di Palermo, Termini Imerese e Porto Empedocle – che sta funzionando e che ha portato, di recente, i vertici regionali dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil a chiedere la conferma del presidente Monti in scadenza di mandato: “Quando un dirigente fa bene il suo lavoro è giusto che rimanga al suo posto per portare avanti i progetti avviati”.