Occasione per sviluppare le energie rinnovabili - QdS

Occasione per sviluppare le energie rinnovabili

Carlo Alberto Tregua

Occasione per sviluppare le energie rinnovabili

mercoledì 05 Gennaio 2022

Aumento di luce e gas

L’enorme aumento del prezzo del gas e quello limitato del prezzo del petrolio hanno fatto rimbalzare i prezzi al consumo per famiglie e imprese fino al 50 per cento, il che è una mazzata in quanto: nel caso delle prime, si deprimono i consumi; nel caso delle seconde, aumentano i costi di produzione.
Poco si è detto sulle cause di questa improvvisa esplosione dei costi delle materie prime. Vi sono ragioni politiche e anche di ritorsione, per esempio quella della Russia che – subendo sanzioni economiche dall’Ue – si rivale aumentando il prezzo del gas.

Da parte sua, il nostro Governo ha cercato di tamponare tali aumenti, mettendo nell’approvata Legge di Bilancio 2022 svariati miliardi. In effetti, non è che si tratti di erogazioni finanziarie, bensì di riduzione di imposte e addizionali di varia natura che gravano sui carburanti.
Tant’è che minori entrate o maggiori uscite si equivalgono perché incidono sull’equilibrio del bilancio dello Stato.

La negatività della questione che poniamo sotto i due diversi aspetti – diminuzione dei consumi e aumento dei costi di produzione – dovrebbe essere sfruttata in senso positivo e vediamo come.
Nella transizione ecologica che si basa sulla diminuzione dell’utilizzo dei carburanti fossili, sostituiti da quelli provenienti da energie rinnovabili, vi è stato un ostacolo per ora insormontabile. Si tratta del costo di produzione delle seconde che è parecchio più alto di quello dei carburanti fossili.

Fra questi, l’energia proveniente dal carbone è quella che costa meno in assoluto. Oggi il più massiccio utilizzatore di tale energia è la Cina. È difficile fare ingoiare al Dragone la sostituzione del carbone con l’energia rinnovabile, perché il costo è superiore anche di dieci volte.

Come è a tutti noto, il costo dell’energia incide pesantemente sulla produzione di beni e servizi e sul consumo delle famiglie, per cui chi può – come fanno anche gli Stati Uniti – continua a utilizzare carbone e petrolio.

Tuttavia, sia l’Accordo di Parigi del 2015 che quello raggiunto quest’anno dalla Cop26 a Glasgow, hanno indicato la strada della sostituzione dell’energia fossile con quella rinnovabile, ma si tratta solo di un’indicazione.
La permuta delle due energie (fossile/rinnovabile), considerato il forte aumento dei prezzi di quella fossile, è un elemento molto favorevole perché la forbice dei prezzi di produzione si è molto ristretta.

Da parte di tutti gli Stati, un accordo nel senso di caricare ulteriormente di addizionali l’energia fossile per favorire la produzione di quella rinnovabile, potrebbe essere la strada utile.
Ma c’è un ma: la fortissima resistenza dei produttori di energia fossile. I pozzi di petrolio ancora sono pieni di liquido e a nessuno dei soggetti interessati passa in mente l’idea di chiuderli. A meno che gli Stati non li rifondano per la differenza, inducendoli a installare impianti di ultima generazione per la produzione di energia rinnovabile come la solare e l’eolica.
Inoltre si dovrebbero indirizzare le ricerche verso nuove fonti come l’energia dalla maree, dalle alghe e via elencando.

Un’ultima questione vogliamo portare alla vostra attenzione e riguarda quell’immenso serbatoio di energia che oggi è considerato puro veleno: ci riferimento all’anidride carbonica, nota anche come CO2. Sembra, secondo stime, che essa ammonti a 43.500 gigatonnellate, solo considernado quella che si trova sopra la superficie terrestre, negli oceani, nel suolo e nell’atmosfera.

Immaginate che enorme potenzialità di energia c’è, sol che le ricerche riuscissero a trasformare tale prodotto tossico in materia prima per la produzione di nuova energia. Per la verità piccoli impianti sono sorti in ogni parte del mondo e alcuni anche in Italia, quindi dei timidi passi avanti si stanno facendo in questa direzione.

Ma se si investissero tutte le risorse necessarie per ottenere un processo produttivo attraverso il quale si trasformi l’anidride carbonica in energia si risolverebbero due problemi in un colpo solo: reperimento di nuova materia prima in quantità enorme e contemporaneo disinquinamento dell’atmosfera.
Non si capisce perché non si vada decisamente in questa direzione, salvo supporre, ancora una volta, la resistenza dei vecchi feudatari dell’energia fossile.

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