Occorre svegliare le coscienze dei siciliani - QdS

Occorre svegliare le coscienze dei siciliani

Carlo Alberto Tregua

Occorre svegliare le coscienze dei siciliani

giovedì 23 Maggio 2019

No alla cultura del favore

I cinque milioni di cittadini dell’Isola sembrano addormentati, anche se non tutti, perché sono stati presi da una sorta di abulia e non trovano più la forza di reagire a una situazione negativa che grava su di essi ormai da decenni.
A forza di sentire promesse e impegni dal ceto politico, regolarmente non mantenuti, ha perso la speranza di un futuro adeguato a chi comunque fa parte di questa Europa.
Fra siciliani e finnici o svedesi vi è una profonda differenza culturale, di usi e costumi, di ambiente, di etica istituzionale e via elencando. Tuttavia, siamo uniti nell’Unione per cui bisognerebbe fare ogni sforzo per cercare punti di congiunzione e renderla effettiva in quanto, nonostante decine di trattati, ancora non c’è.
Nella nostra Isola è imperante la cultura del favore. Chi si è adagiato, preferisce mendicare piuttosto che attivarsi per diventare padrone di se stesso. Ognuno si giustifica della propria inazione, un guaio!


A chi compete svegliare questi siciliani dormienti e la loro coscienza, che preferisce restare silente? Sicuramente alla Classe dirigente, cioè a tutti coloro che, per ragioni culturali, professionali, economiche e istituzionali, hanno il dovere di agire in nome del Popolo per servirlo, non per servirsene.
Si tratta di una questione di fondo, che non viene affrontata da coloro che stanno ai vertici della società e che avrebbero il dovere di guidarla, senza perseguire gli interessi personali.
Come si dovrebbe svegliare la coscienza dei siciliani? Spiegando loro, con concetti semplici, come deve funzionare una collettività, nella quale occupa il primo posto l’adempimento del proprio dovere; solo dopo, ciascun cittadino può reclamare il diritto.
La Classe dirigente dovrebbe anche spiegare com’è umiliante e non commendevole la cultura del favore, perché essa non consente a ciascuno di fare prevalere le proprie qualità, mentre consente ad altri, soprattutto agli incapaci, di prevalere su chi ha merito.
Ecco cosa dovrebbe circolare in Sicilia: la cultura del merito.

I valori che abbiamo elencato non si comprano al mercato, ma si acquisiscono nelle sedi appropriate che sono scuola, università, famiglia e persino nei bar.
I famosi quattro amici possono parlare di calcio, di donne, di mode, di motori e di altro, ma anche dei rapporti tra cittadini e di come essi debbano soggiacere all’imperio del merito e del dovere.
Difficilmente leggiamo nella stampa e nei media sociali, e sentiamo in radio e televisioni, argomenti di questo genere, mentre la diffusione della conoscenza e della cultura dovrebbe essere messa in testa agli impegni di una Classe dirigente.
Quando si parla agli ignoranti, che vogliono restare tali, qualunque argomentazione non è compresa, per cui è inutile farla. Parlare ai sordi non serve, ma fornir loro gli apparecchi acustici della cultura sarebbe assolutamente necessario.
I cittadini ignoranti sono anche beoni perché recepiscono le panzane che tutti i big della politica vanno raccontando loro ogni giorno.


La conseguenza dell’ignoranza dilagante nella nostra Isola, e del sonno profondo in cui si trovano le coscienze dei siciliani, è concreta e materiale: l’enorme disoccupazione media e giovanile; l’estesa povertà; le disastrate condizioni del territorio; la scarsa quantità di infrastrutture, molto al di sotto della media nazionale; l’agricoltura che arranca, nonostante importanti macchie di leopardo attive;la modesta diffusione dei sistemi di produzione di energia rinnovabile; l’industria quasi assente. è questo il quadro realistico che andiamo dipingendo dalle colonne di questo giornale.
Riceviamo attestazioni di antipatia perché scriviamo la verità, ma non riusciamo a smuovere il Moloch dell’ignoranza e dell’egoismo. Tanti piccoli feudatari continuano a imperversare in ogni angolo della Sicilia. Manca il senso della collettività proprio perché vi è estesa ignoranza.
C’è possibilità di ribaltare questo ritratto così oscuro? Sicuramente. Arriverà quando la Sicilia si ridurrà in cenere: dopo sorgerà l’Araba fenice. È scritto nella storia!

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