Ci sono tutti i contorni da chiarire sul tragico omicidio di Giuseppe Di Dio, avvenuto ieri in tarda serata a Capizzi in provincia di Messina. Secondo una prima ricostruzione il ragazzo di 16 anni sarebbe stato colpito mortalmente da un proiettile mentre si trovava in via Roma di fronte a un bar molto frequentato.
C’è anche un ragazzo di 22 anni ferito e ricoverato a Nicosia nell’Ennese. Fermate tre persone con precedenti e ritrovata l’arma del delitto. Sembrerebbe che né lui né l’altro ferito fossero i reali obiettivi di questa folle sparatoria.
Chi era Giuseppe Di Dio
Si sa di certo che Giuseppe Di Dio aveva 16 anni, frequentava l’istituto Alberghiero dell’istituto omnicomprensivo Don Bosco Majorana di Troina che era conosciuto come un ragazzo perbene. Dedito allo studio, aiutava spesso la sua famiglia, che ha un’azienda agricola e zootecnica. Partecipava con profitto ai progetti della scuola.
La morte di Giuseppe Di Dio, il lutto della scuola su Facebook
L’Istituto Ettore Majorana in lutto ha diffuso questo messaggio sulla propria pagina su Facebook. Queste le parole del post: “Ci stringiamo con profondo dolore attorno alla famiglia per la prematura scomparsa del nostro caro alunno, Giuseppe Di Dio. Ricorderemo per sempre il suo sorriso. Tutta la comunità scolastica partecipa al vostro lutto. Riposa in pace, Giuseppe”.
Il sindaco di Capizzi: “Sgomenti e increduli”
“La nostra comunità è sgomenta e incredula, è una vera tragedia. Io insegno a Nicosia e non conoscevo personalmente il giovane ucciso che andava a scuola a Troina, ma conosco la famiglia fatta di gente per bene e grandi lavoratori. Mi dicono che il figlio era un ragazzo timido, bravo e studioso”. Lo dice il sindaco di Capizzi, piccolo centro del Messinese che conta meno di 3mila abitanti, Leonardo Giuseppe Principato Trosso commentando l’omicidio del ragazzo di 16 anni.
Il primo cittadino aggiunge: “Conosco la famiglia del presunto omicida, persone con diversi precedenti penali. L’anno scorso alcuni componenti della famiglia sono stati indagati per avere dato fuoco alla caserma dei carabinieri, due giorni fa sono stati sottoposti a controlli perché sospettati di possedere armi. Ieri sera poteva essere una strage, quel bar è frequentato da molti ragazzini. I nostri carabinieri sono pochi e più volte ho chiesto al prefetto dei rinforzi. Proclamerò il lutto cittadino”.
Il lutto e la rabbia sui social
Sui social intanto è un coro unanime di cordoglio misto a rabbia. Tanta rabbia. C’è chi sostiene che si sarebbe dovuto intervenire prima, chi chiede più sicurezza ma anche chi chiede dove sia lo Stato. Come Giuseppe che scrive sui social: “Dov’è lo Stato? Dove sono le regole, il senso di responsabilità che dovrebbe guidarci? Quello che è accaduto a Capizzi ieri notte è una tragedia che lascia senza parole. Un ragazzo ha perso la vita, e con lui se ne va un pezzo della nostra umanità. Non possiamo continuare a voltare lo sguardo a girarci dall’altra parte. Bisogna urgentemente ripristinare la legalità, il rispetto per la vita, per la comunità, per le regole che ci tengono uniti”.
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