La condanna a 12 anni nei confronti di Matteo Orlando, il minorenne accusato di aver ucciso a colpi di pistola Lino Celesia, 22 anni, nella notte tra il 20 e il 21 dicembre del 2023 in centro a Palermo, è da riformulare.
La Cassazione ha, infatti, annullato con rinvio alla corte d’Appello la sentenza. Per i giudici della corte suprema la condanna non è sufficiente. È stato accolto così il ricorso della Procura per i minorenni. La Procura aveva chiesto una condanna a 18 anni per il giovane, ma il giudice per l’udienza preliminare aveva invece deciso per una pena più bassa riconoscendogli l’attenuante della minore età.
Omicidio Celesia, le motivazioni dei giudici di Cassazione
“L’imputato risultava gravato da una pluralità di precedenti penali, – dicono i giudici di Cassazione – alcuni dei quali di elevato disvalore, che inducevano a ritenere insussistenti i presupposti per il riconoscimento dell’attenuante, che risultava in contrasto con la sua personalità criminale, caratterizzata secondo quanto affermato nella stessa sentenza dal gup da uno stile di vita disimpegnato e ad elevato rischio di devianza”.
La condanna del Tribunale dei minori
Nel dicembre dello scorso anno il Tribunale per i minorenni di Palermo condannò a 12 anni Matteo Orlando per l’omicidio di Lino Celesia.
L’imputato, nel frattempo diventato maggiorenne, aveva ancora 17 anni quando, nella notte il 20 e il 21 dicembre 2023, uccise il ventiduenne Celesia nel corridoio esterno della discoteca Notr3 in via Pasquale Calvi nel centro del capoluogo siciliano.
L’imputato, difeso dall’avvocato Lorenzo Falletta, ha sempre detto di essersi difeso. La morte di Celesia sarebbe stata il tragico epilogo di ripetuti scontri tra due comitive di giovani. C’era stata una rissa anche nei giorni precedenti e Orlando se ne andava in giro armato perché, così disse, temeva per la sua incolumità. Il contesto e il movente del delitto, tuttavia, non sono stati mai chiariti del tutto.

