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Luciana Ronchi, accoltellata a morte, è l’ennesima vittima di femminicidio

Luciana Ronchi, accoltellata a morte, è l’ennesima vittima di femminicidio
Immagine di repertorio

Accusato l’ex marito. Gli inquirenti di Milano: “Un agguato”.

Luciana Ronchi, 62 anni: questo il nome dell’ennesima vittima di femminicidio, il terzo a Bruzzano (Milano) in pochi mesi e circa il numero 70 in questo 2025 segnato da violenza, sangue e dolore. Per lei, per Luciana e le altre, “per fermare ogni forma di violenza contro le donne”, questa sera a Milano si svolgerà una camminata silenziosa. E partirà proprio da via Giuseppina Grassini, quella stessa via dove la 62enne è stata accoltellata.

Per il delitto è stato fermato – dopo una breve fuga – l’ex marito Luigi Morcaldi, che pare perseguitasse la vittima da tempo dopo la separazione. Dovrà rispondere dell’accusa di omicidio.

Omicidio di Luciana Ronchi a Bruzzano (Milano), la ricostruzione

Per gli inquirenti è stato “un agguato” in piena regola. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, attualmente al vaglio degli inquirenti, l’uomo avrebbe atteso Luciana Ronchi sotto casa e – in pieno giorno – l’avrebbe prima presa a pugni e poi l’avrebbe accoltellata. L’aggressore si sarebbe poi allontanato a bordo del suo scooter Piaggio Beverly lasciando l’arma del delitto in un cestino vicino al Parco Nord. Durante la fuga avrebbe riacceso il cellulare e proprio questo gesto l’avrebbe tradito, consentendo agli operatori di polizia di individuarlo e fermarlo. “Datemi direttamente l’ergastolo“, avrebbe detto.

Luciana Rochi è morta dopo alcune ore di agonia: nonostante il trasferimento d’urgenza in ospedale, le coltellate e le ferite alla giugulare, all’addome e al torace si sono rivelate fatali.

I precedenti

Come spesso succede, il femminicidio di Luciana Ronchi è solo l’ultimo estremo atto di violenza subìta dalla donna dall’uomo che un tempo diceva di amarla. Pare che dopo la separazione, avvenuta circa tre anni fa, Morcaldi si sarebbe appostato più volte sotto la casa dell’ex e più volte la vittima e l’uomo avrebbero litigato per motivi di natura economica (l’abitazione di Bruzzano, nello specifico).

Una strage senza fine

Nei primi sette mesi dell’anno sono stati registrati circa 60 femminicidi, ai quali purtroppo vanno aggiunti quelli degli ultimi mesi e ancora non inclusi nei dati ufficiali del Viminale. Il totale arriva, quindi, a circa 70. Settanta donne massacrate e uccise per un’ossessione, per gelosia, per una lite, per pura crudeltà. Da Sara Campanella – che proprio oggi riceverà la laurea alla memoria all’Università di Messina – a Pamela Genini, uccisa anche lei a coltellate a Milano, la lista è sempre più lunga. E per quanto chi si schiera contro la mattanza c’è – ed è un gruppo pieno di donna e di uomini -, il fenomeno ha una profonda base culturale e non si può continuare a osservare e dimenticare.

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