“Alcuna resipiscenza ha mostrato Piritore a distanza di oltre quarant’anni dai fatti quando è stato esaminato dall’ufficio del pubblico ministero nel settembre del 2024 avrebbe potuto manifestarla con un mero ‘non ricordo’ dato il tempo trascorso. Al contrario Piritore ha voluto fornire indicazioni ulteriormente fuorvianti sulle sorti della prova regina dell’omicidio in pregiudizio di Piersanti Mattarella. Chi opera in tal modo manifesta una pervicacia nella volontà delittuosa che collide con qualsivoglia prognosi favorevole circa il suo futuro comportamento”. Lo scrive il gip di Palermo Antonella Consiglio nella ordinanza di custodia cautelare a carico dell’ex Prefetto Filippo Piritore, arrestato ieri con l’accusa di avere depistato le indagini sull’omicidio di Piersanti Mattarella.
L’interrogatorio è avvenuto la settimana scorsa
Piritore è stato ascoltato una settimana fa, nel corso di un interrogatorio preventivo. Secondo il gip Consiglio, Piritore, potrebbe continuare a mentire e a depistare, “cosa che ha fatto dal 1980, giovane poliziotto, e ha continuato a fare ad oggi, sempre tacendo, occultando e quando necessario depistando, chiaramente andando al di là della tutela di se stesso e della sua posizione”.
I legali dell’ex Prefetto annunciano ricorso Tribunale riesame
Intanto, i legali dell’ex Prefetto Filippo Piritore hanno preannunciato il ricorso al Tribunale del Riesame. Gli avvocati Gabriele Vancheri e Dino Milazzo, che hanno assistito Piritore nel corso dell’interrogatorio preventivo, sostengono che il loro cliente non abbia depistato le indagini, come ritiene invece la Procura guidata da Maurizio de Lucia.
Contrada: “Mai saputo del guanto”
“In 45 anni, da quando è stato ucciso Piersanti Mattarella, non ho mai sentito parlare di questo guanto. Mai. Glielo posso assicurare”. A parlare con l’Adnkronos è Bruno Contrada, l’ex numero 2 del Sisde (Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, l’ex servizio segreto attivo fino al 2007), che il 6 gennaio del 1980, quando fu ucciso il presidente della Regione, era a capo della Squadra mobile di Palermo, ad interim, dopo l’uccisione di Boris Giuliano.
“Io facevo sia il dirigente della Criminalpol che il capo della Mobile – racconta Contrada che oggi ha 94 anni – Dopo poco tempo prese il mio posto Giuseppe Impallomeni, che fu portato dal questore Vincenzo Immordino, per sostituire Boris Giuliano. Una nomina avvenuta contro il mio parere”.
Contrada non andò sul luogo dell’omicidio, quella mattina del 6 gennaio 1980. Ma nell’estate di quell’anno raggiunse la vedova di Piersanti Mattarella, che era in vacanza a Londra.
“Fu il questore di allora a chiedermi di andare a Londra per mostrare alla vedova, Irma Chiazzese, una foto. Quella di Salvatore Inzerillo. Era stato pochi giorni dopo l’omicidio del Procuratore Gaetano Costa. E la signora disse: ‘Lo escludo che sia stato lui a sparare’. Io, temendo che avesse paura, la rassicurai e le dissi: ‘Non lo dirò mai a nessuno se lo ha riconosciuto’ ma lei insistette e disse che non era lui. Così me ne tornai a Palermo”.
Sull’ex prefetto Piritore: “Mai stato alle mie dirette dipendenze”
Poi, parlando dell’ex prefetto Filippo Piritore, finito ai domiciliari, dice: “Non è mai stato alle mie dirette dipendenze. E soprattutto non eravamo amici. Io ero alla Criminalpol e ad interim alla Mobile”. Secondo la Procura di Palermo i rapporti tra i due erano ottimi al punto che Piritore avrebbe invitato Contrada al battesimo della figlia, nata nel febbraio del 1980.
“Non ricordo assolutamente di essere andato al battesimo della figlia di Piritore”, dice Contrada. “Magari mi avrà invitato ma non sono andato, assolutamente. Né sono mai stato a casa sua o lui a casa mia”. E poi parla di una fotografia con i funzionari della Squadra mobile di allora, e ribadisce: “E Piritore non c’era”.
Dopo l’omicidio, Bruno Contrada ebbe dei contatti con l’allora pm che coordinava l’inchiesta sull’omicidio Mattarella, Pietro Grasso. “Ho avuto dei contatti con Grasso, mi pare che gli consegnai un rapporto giudiziario, in particolare sugli appalti sulle scuole”. Poi, tornando a parlare di Piritore ribadisce: “Non ho alcun elemento per dire che lui avrebbe depistato le indagini, se solo avessi avuto la minima idea lo avrei denunciato io alla Procura…”.

