Omicidio Nino Agostino e moglie, ergastolo per Gaetano Scotto

Duplice omicidio di Nino Agostino e Ida Casteluccio, ergastolo per Gaetano Scotto

Duplice omicidio di Nino Agostino e Ida Casteluccio, ergastolo per Gaetano Scotto

Redazione  |
lunedì 07 Ottobre 2024

Famiglia delle vittime commossa in aula dopo la sentenza. Assolto l'altro imputato, Francesco Paolo Rizzuto.

Condanna all’ergastolo per Gaetano Scotto accusato dell’omicidio dell’agente di Polizia Nino Agostino ucciso con la moglie Ida Castelluccio il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini (Palermo).

La sentenza è stata emessa dalla Corte d’Assise di Palermo presieduta da Sergio Gulotta.

Omicidio Nino Agostino e Ida Castelluccio, ergastolo per Gaetano Scotto

Con la decisione dell’ergastolo a Scotto è stata accolta la richiesta della Procura Generale di Palermo, che chiedeva il massimo della pena per l’imputato per la morte dell’agente e della moglie. La Corte di assise ha inoltre deciso l’interdizione dai pubblici uffici per Scotto e la condanna, oltre al risarcimento alle parti civili, di una provvisionale per i familiari di Nino Agostino e Ida Castelluccio per centinaia di migliaia di euro.

Assolto, invece, l’altro imputato Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento aggravato.

Famiglia della vittime in aula

Il padre dell’agente, Vincenzo Agostino, dal giorno dell’agguato non tagliò mai la barba in attesa di “avere giustizia”. Quella giustizia, purtroppo, non l’ha vista fare con i propri occhi: è morto lo scorso aprile, cinque anni dopo la moglie Augusta. A portare avanti la battaglia per la verità, a distanza di 35 anni dal duplice omicidio di Nino Agostino e Ida Castelluccio, sono le figlie Nunzia e Flora e i nipoti, tutti in aula.

I familiari delle vittime sono scoppiati in lacrime dopo la sentenza.

Il delitto

Durante il processo sono tanti i dettagli venuti a galla sul movente per la morte dell’agente Agostino, all’epoca in servizio al Commissariato di San Lorenzo di Palermo. Il poliziotto raccoglieva informazioni sui latitanti nel territorio del mandamento di Resuttana e questo ha fatto da sempre lasciato pochi dubbi sul fatto che si trattasse di un omicidio di mafia.

“Un fatto importante da risultare decisivo nella valutazione di quella che deve essere la responsabilità di chi faceva parte di questa compagine criminale”, hanno spiegato le difese di parti civili durante le arringhe.

Per la difesa di Scotto non si sarebbe trattato di un omicidio di mafia ma di un delitto di ben “altra natura, che trae origine da ben altri rapporti”. Elementi che porterebbero “alla assoluta mancanza di prova nei confronti di Scotto Gaetano”, ha detto l’avvocato Giuseppe Scozzola, chiedendo l’assoluzione, negata.

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Foto da Facebook – Associazione Nazionale Polizia di Stato – Sezione di Lentini

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