Rimane in carcere anche il principale indagato per l’omicidio di Rosolino Celesia, avvenuto lo scorso 21 dicembre davanti alla discoteca Notr3 di via Pasquale Calvi a Palermo. Si tratta del 17enne reo confesso che avrebbe, secondo la prima ricostruzione dei fatti, premuto il grilletto e ucciso il 22enne al culmine di una lite.
Il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dall’avvocato Vanila Amoroso, così come pochi fa aveva rifiutato quella del secondo indagato, il fratello del 17enne, accusato di detenzione illegale di arma da fuoco.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Il 17enne reo confesso è accusato di omicidio, con l’aggravante dei futili motivi. Il Tribunale del Riesame ha deciso di rifiutare la richiesta di scarcerazione, nonostante abbia negato il pericolo di fuga per l’indagato.
Secondo una prima ricostruzione del delitto, avvenuto lo scorso dicembre in uno dei luoghi della movida palermitana più frequentati dai giovani, il minore avrebbe sparato al giovane Celesia – ex promessa del calcio siciliano – al culmine di una lite. Agli inquirenti avrebbe rivelato di aver agito per paura che la vittima aggredisse il fratello maggiore.
Sono ancora tanti i punti oscuri sull’omicidio di Rosolino Celesia. Gli inquirenti stanno indagando per scoprire ulteriori dettagli sul possibile coinvolgimento di altre persone oltre ai due fratelli fermati o sulla presenza di altri potenziali testimoni che possano fornire informazioni su quanto accaduto.
Nel frattempo, sui social e anche nella vita reale continua il “linciaggio” dei due giovani accusati del delitto. Non sarebbero mancati, però, episodi spiacevoli anche per la famiglia della vittima: pare, infatti, che negli scorsi giorni sia andato in fiamme – per cause e con modalità ancora da accertare – lo scooter di un parente di Celesia. Anche se non è chiaro se la vicenda sia legata al caso, di certo l’episodio ha destato l’attenzione degli inquirenti alla ricerca della verità sull’omicidio.