Il Tribunale rigetta la proposta di scarcerazione per il giovane, fratello del presunto killer e accusato di detenzione illecita di arma da fuoco.
Proseguono le indagini sull’omicidio di Rosolino Celesia, il 22enne ucciso nei pressi di una discoteca di Palermo lo scorso 21 dicembre. Al momento resta in carcere il 23enne accusato della detenzione della pistola da cui sarebbero partiti i colpi fatali.
L’indagato principale per l’omicidio è il fratello del 23enne, ancora minorenne. Lo stesso adolescente, un ragazzo di 17 anni, avrebbe confessato poco dopo il delitto.
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Omicidio Celesia, le ultime novità
Il tribunale del Riesame di Palermo, che indaga sul terribile fatto di sangue avvenuto poco prima di Natale, ha rigettato la richiesta del legale del 23enne – Vanila Amoroso -, che chiedeva la scarcerazione del suo assistito indagato per detenzione illecita di arma da fuoco. Più grave l’accusa per il fratello 17enne, ritenuto esecutore materiale del delitto.
A “incastrare” il giovanissimo sarebbero anche le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona in cui si è verificato l’omicidio. In un audio, infatti, si sentirebbe qualcuno dire una frase simile a “Cosa stai facendo? Non sparare”, seguita dal nome del 17enne. Il minorenne avrebbe confessato, specificando di aver agito in quanto spaventato dalla possibile aggressione di Rosolino Celesia al fratello maggiore al culmine di una violenta lite.
Al momento è ancora in corso la ricerca dell’arma utilizzata. Mentre prosegue il “linciaggio” social dei due fratelli indagati, gli inquirenti stanno cercando di chiarire i dettagli ancora oscuri dell’omicidio del 22enne, ex promessa del calcio siciliano, e sul possibile coinvolgimento di altre persone o sulla possibile presenza di potenziali testimoni dei fatti.
Foto da Facebook