Operai forestali, sindacati sulle barricate “Pregiudicato il percorso della riforma” - QdS

Operai forestali, sindacati sulle barricate “Pregiudicato il percorso della riforma”

Michele Giuliano

Operai forestali, sindacati sulle barricate “Pregiudicato il percorso della riforma”

mercoledì 03 Marzo 2021

Non convince il Piano di rientro deliberato dalla Regione in seguito agli accordi con lo Stato. Cgil, Cisl e Uil annunciano lo stato di agitazione: “A rischio le attività forestali”

PALERMO – Ogni anno si ripete lo stesso meccanismo: occorre trovare i fondi per l’enorme esercito di forestali “stanziato” in Sicilia, ma i soldi – raccattati nelle maglie del bilancio regionale – non bastano mai. Ogni anno viene detto che il successivo sarà diverso, eppure il circolo vizioso si ripete senza variare in alcun modo. Anche il 2021 non farà eccezione: la Regione ha deciso che 132 milioni di euro per la “riforma dei consorzi di bonifica e degli altri enti del Gap e la riforma dei forestali” verranno da “fondi extraregionali”. Il dato è presente nella bozza di piano di rientro deliberata lo scorso 23 febbraio dalla giunta regionale a seguito degli accordi con lo Stato.

Bozza che non è piaciuta ai sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil siciliane, che hanno proclamato lo stato di agitazione dei forestali e hanno annunciato iniziative di mobilitazione in assenza di risposte da parte del governo regionale. In una nota dei segretari generali Tonino Russo, Pierluigi Manca e Nino Marino, le parti sociali rilevano che “le misure introdotte con la delibera oltre a mettere a rischio le attività forestali a partire già da quest’anno, di fatto pregiudicano il percorso della riforma del settore, già da tempo avviato e in forte ritardo”.

Su questa delibera si è espresso in maniera molto decisa anche Antonio David, operaio forestale e responsabile del blog di settore ForestaliNews: “Certamente non si scopre oggi che i lavoratori forestali siciliani puntualmente devono soffrire e sopperire alle angherie del governo regionale – ha detto David – chiunque esso sia ma, quella di quest’anno sembra preoccupare e alterare gli animi a tante famiglie che da sempre pensano che prima o poi tutto questo passi, senza saper che nei primi mesi dell’anno tutto torna al vecchio stile”.

Quella dei forestali è una categoria additata spesso come simbolo dello spreco siciliano e che quantomeno, per avere un senso, dovrebbe occuparsi di opere essenziali quali la manutenzione e la prevenzione degli incendi, ma i fondi per inviare tutti i lavoratori a presidiare i boschi sembrano non bastare mai.

Ma quanti sono? Nel blog di settore citato in precedenza si parla di 17 mila, qualche sindacato ne conta 18 mila, ma in una nostra recente inchiesta, con gli ultimi dati del Mipaaf alla mano, tra determinati e indeterminati, siamo arrivati a contare 22.226 unità, pari a circa il 50% di quanto registrato in totale in tutta Italia. La stragrande maggioranza sono precari e lavorano 151, 101 e 68 giornate annue. Una situazione paradossale, se si pensa, ad esempio, che in Lombardia gli operai sono circa 400, con il doppio di superficie forestale rispetto alla Sicilia, che nella lista delle regioni si trova appena al quattordicesimo posto. Se in Lombardia c’è un operaio ogni 1.600 ettari, in Sicilia ce n’è uno ogni 18.

In realtà i numeri potrebbero essere più contenuti rispetto alla proiezione del ministero delle Politiche agricole. Come spiega la Regione nella bozza di Piano di rientro, l’elenco speciale, quello da cui concretamente si continua ad attingere per gli operai, “ha subito e continua a subire una progressiva diminuzione, non essendo più alimentato a seguito del collocamento in quiescenza dei lavoratori”.

Se un numero certo di operai non c’è, quel che è sicuro, almeno secondo i sindacati, è che le risorse non saranno sufficienti. “Perché non cercare di uscire dal bilancio corrente – ha detto ancora David – e mettere in atto una programmazione stabile per il settore ed evitare tutto questo teatrino?”.

Intanto l’isola resta la regione che fa registrare ogni anno il record di incendi in Italia: nel 2019 sono state registrate, tra giugno e settembre, 805 richieste di soccorso aereo in tutta Italia, di cui il 40% solo dalla Sicilia. Un settore, quindi, che necessita di una riorganizzazione strutturale, uscendo dal continuo reiterarsi di contratti a tempo determinato, pratica tra l’altro ritenuta scorretta dalla Commissione europea, che l’ha definita come “utilizzo abusivo non conforme all’accordo quadro”.

Sindacati in pressing sul tempo indeterminato

PALERMO – È momento di bilanci su ciò che è stato fatto e di pensare a come agire in futuro. Si è tenuto un incontro tra i vertici del Sifus Sicilia – Giuseppe Fiore, responsabile per i forestali ed Ernesto Abate, responsabile per i consorzi di bonifica – guidati da Maurizio Grosso, segretario generale Sifus Confali, lo Snaf, sindacato nazionale autonomo forestali, e l’assessore regionale all’agricoltura, Tony Scilla, per fare il punto sulla situazione relativa ai comparti forestali e dei consorzi di bonifica.

L’assessore ha esordito rassicurando tutti che nonostante l’accordo Stato-Regione determini dei tagli complessivi significativi al bilancio, questi non interesseranno le giornate di legge 2021 destinate ai forestali. Si è discusso anche della riforma, per la quale l’iter procedurale, che avrà inizio con la consegna della proposta ai sindacati, dovrebbe vedere un’accelerazione proprio in questi giorni. “In ogni caso, l’assessorato – ha detto Maurizio Grosso – sta lavorando su due ipotesi di proposte che, a nostro giudizio, è meglio non esternare poiché non si basano su dati certi, ma su dati che saranno ufficiali tra una decina di giorni”.

Il sindacato, da parte sua, ha voluto dare atto all’assessore Tony Scilla dell’impegno assunto durante i presidi di gennaio, e subito mantenuto, relativamente l’erogazione degli stipendi arretrati, ad oggi in corso di pagamento. Una grande novità considerato che, negli anni precedenti, il mese di dicembre non era mai entrato nelle tasche degli interessati prima di aprile o maggio.

Per quanto attiene la riforma forestale, il sindacato ha rappresentato all’assessore, entrando nel merito, la propria proposta che vede nel tempo indeterminato la soluzione più idonea e fattibile, soprattutto se si considera che si tratta di precari che ogni anno si ritrovano a prestare la propria opera senza alcuna certezza per l’anno successivo.

Per quanto attiene i Consorzi di bonifica, ancora, il Sifus ha condiviso l’impegno ad accelerare sulla riforma, che è ferma in commissione bilancio, ed ha rivendicato l’istituzione del turnover con relativa copertura finanziaria.

Anche questo settore è in ballo ormai da anni per la riorganizzazione, che dovrebbe portare a snellire i costi e a lavorare in modo più efficiente. Allo stato attuale, i consorzi costano parecchio, e la cifra è cresciuta nel tempo nonostante sia sostanzialmente invariato il personale, con qualche diminuzione di unità che è praticamente quasi fisiologica: si tratta di più di 2 mila persone, tra tempo indeterminato, precari e stagionali, i quali costano circa 73,2 milioni di euro l’anno. E in mezzo al marasma burocratico, il lavoro da fare rimane indietro: tra condotte colabrodo e altre problematiche tecniche oggi si riescono ad irrigare appena 61 mila ettari dei 176 potenziali.

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